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Lifetrains crash, la mia prima fanfiction (yaoi)

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HoshiNoSuna
view post Posted on 30/4/2008, 18:20




Allora premetto che è la prima fikku in assoluto che scrivo quindi chiunque abbia la cortesia di leggerla abbia pietà XD
la coppia è Sakito( nightmare) - Jui ( Vidoll) perchè è un periodo che sono leggermente in fissa con questi due fanciulli e i loro rispettivi gruppi *O* ma solo leggermente...XDD cmq a voi :

LIFETRAINS CRASH

Prologue - Shizukana yoru ni dokoka Tokyo de…

-….Certo è… che ha davvero un’ottima voce …mi piace la sua voce…un grande talento sicuramente...-
-Ma di chi stai parlando?-
-Lo sai… non sono il tipo che si lancia in elogi così facilmente nei confronti di chiunque…–
-Ci sono decine di belle voci nel panorama musicale giapponese…perché è di un altro vocalist che stai farfugliando elogi non è così? –
-…di certo…so che magari non dovrei chiedertelo ma…tu….pensi che lui sia il migliore?-
-Me lo hai già chiesto….e dovresti anche ricordarlo bene….-
-Era diverso allora…non sapevo neppure con chi ce l’avessi in particolare…perlopiù con me stesso penso…all’inizio pensavo di aver organizzato tutto quel trambusto solo per dimostrare a me e agli altri quello che davvero valevo….poi tutto ciò perse decisamente importanza..-
-Se penso a come la mia vita è cambiata da quel giorno non posso fare a meno di benedire in eterno quel tuo conflitto interiore amore mio.–
Gli sollevò il viso per sfioragli le labbra con le proprie, per scacciare quella vena di malinconia che sentiva riaffiorare nel suo ragazzo.
-Nessuno dei due era del tutto padrone di sé in quei giorni..e il deragliare delle nostre vite, lo sfuggire al nostro controllo di tutte le sensazioni che quei giorni ci hanno fatto vivere, ci ha inevitabilmente condotti l’uno verso l’altro, pensala così: se non avessi organizzato quel macello adesso non saremmo qui…non saremmo convinti che il semplice respirare tranquillo dell’altro è sorprendentemente una delle uniche cose per cui consideri valga la pena di vivere!-
L’altro continuava a tacere rimanendo immobile, con la testa sul suo petto, fissando le luci dei lampioni rendere un po’meno oscura quella notte tranquilla e filtrare timidamente dalla finestra della camera. Ma lui sapeva che si stava solo beando della squisita sensazione di pace che gli dava la sua voce quando parlava di loro, della loro storia, nata così, da 1 gran casino, da 1 esperienza unica, da un’occasione irrinunciabile.
-Lo sai quello che penso…ma se serve a farti stare più tranquillo…..penso che il suono della tua voce che grida il mio nome quando facciamo l’amore e che mi sussurra “aishiteru” a fior di labbra prima di addormentarci sia il suono più perfetto che possa esistere, e che vorrei poterlo udire per sempre!–
Passò una mano fra i suoi morbidissimi capelli aspirando il dolce profumo del suo shampoo alle rose e lo strinse ancora di più contro il petto. Poteva sentire il suo respiro delicato sfioragli la pelle nuda…ne era certo adesso, se avesse perso tutto, se nella vita non avesse trovato altra ragione per andare avanti, la sola esistenza di quella splendida creatura tra le sue braccia sarebbe bastata a tenerlo in vita per sempre.


Chapter 1 – Quando il destino irrompe nella tua vita e non è proprio il caso di opporvisi….

L’ultima canzone dei Maximum the Ormone fece irruzione nella stanza e di conseguenza nella sua testa con la gentilezza di un plotone di marines. Le 5e30. E qualcuno osava avere il coraggio di chiamarlo al cellulare.
L’unico pensiero che il suo cervello riuscì a concepire, dopo aver realizzato che si trovava nella sua stanza, probabilmente a casa sua, e ancor più precisamente nel suo letto, fu quello di raggiungere in qualche modo quella fonte di rumore e cercare di rispondere, almeno avrebbe fatto smettere quel malefico suono che gli stava letteralmente aprendo il cervello.
Non aveva dormito neppure 2 ore. Il live della sera prima lo aveva reso totalmente esausto e dopo, non essendo sufficiente la fatica consumata sul palco, era pure dovuto andare con gli altri a festeggiare in quel locale! Si domandò di nuovo, per la milionesima volta dopo anni ormai, dove diavolo avessero messo l’interruttore di spegnimento a Yomi, o lo scomparto per le pile, che certe volte gliele avrebbe tolte volentieri! Almeno così avrebbe permesso a lui stesso ma soprattutto a loro altri di concedersi 1 po’ di sano riposo! –Ne avrò di tempo per riposarmi quando sarò 3 metri sotto terra– diceva sempre.
Nonostante l’intontimento anche parecchio pesante si vedeva davanti agli occhi il suo vocalist, a concerto, finito saltellare rigorosamente a piedi nudi per i corridoi del backstage quasi con più energie di quando era iniziato e gridando quasi con più voce…*la musica è la sua droga…finché avrà fiato per cantare non avrà mai pace! E noi neppure!*
Nonostante il disappunto dovuto all’ora improponibile gli sfuggì 1 sorriso. Di sicuro quel vulcano di energie, del tutto assimilabile a Taz il diavolo della Tazmania, era di continuo sprone per tutti e non mancava mai di tirare su il morale o riservare 1 battuta o uno scherzo dei suoi a chi di loro si sentiva giù o dava segni di cedimento! Di certo non poteva essere che lui a chiamarlo a quell’ora! Se non altro lo deduceva dall’ostinata resistenza agli squilli a vuoto che il perdurare implacabile della suoneria stava ampiamente dimostrando.
- Dimmi! ma fallo in fretta per favore. Sono stanco. Vorrei davvero cercare di dormire 1 po’ almeno stanotte, sono giorni che facciamo orari assurdi tra prove, preparativi e quant’altro!–
Le parole uscirono dalla sua bocca con la sua solita calma; quella che dimostrava sempre. tanto agli amici quanto agli sconosciuti; quella calma che lo rendeva una persona sempre positiva e estremamente affabile con chiunque…D’altra parte perché arrabbiarsi ormai era sveglio e almeno se fosse riuscito a saltare la parte degli insulti, la conversazione probabilmente sarebbe stata più breve e avrebbe potuto tornare presto al suo dolce sonno! Sorrise a quel pensiero .
–Allora? –
-Ohayò Satty-kun!! Perché non rispondevi?? Io sono il tuo vocalist!! Il tuo caro piccolo allegro vocalist, mi devi rispondere quando ti chiamo capito??-
Il tono da allegro deficiente isterico. Normale amministrazione. Se certe cose gliele avesse dette seriamente probabilmente non avrebbe mantenuto la sua fama di persona calma e affabile!
-Non mi dire che dormivi? –
Adesso era quasi riuscito a simulare un tono realmente stupito e la cosa cominciava a infastidirlo un filino… ma solo superficialmente, perciò decise di continuare a ignorarlo finché non fosse arrivato al punto di quella inopportuna chiamata.
– Comunque sono super mega stra felice!! Dobbiamo esserlo tutti sisi!! Che figo ci hanno scelto!! Hanno scelto noi!!!Hai sooooo desu!!!! I Nightmare e i Vidoll! Sugoi!! Sarà un evento super mega stra sugoiiiii!!! Già me la vedo la platea gremita, le luci e noi sul palco che diamo il meglio di tutta la nostra carriera!! -
Ok ora era decisamente confuso e frastornato da quel fiume di parole sconnesse e che decisamente, allo stato attuale delle cose, per lui non avevano alcun senso. Decise comunque di impegnarsi stoicamente per tentare di mantenere lo stesso un contegno.
-Ohayò???- Domandò col tono più calmo che riuscì ad assumere.
- Hai una vaga idea di che ore sono ?? Bè se non ce l’hai te lo dico io: è notte fonda porca miseria!!-
Ok forse stava gridando appena un po’ ma si ricompose subito. Prima fosse riuscito a tirar fuori qualcosa di sensato da quella conversazione prima sarebbe finita!
- Considerando che ci siamo salutati si e no 2 ore fa casomai dovresti dirmi oyasumi, comunque per gentilezza ti dispiacerebbe esplicare chi e per che cosa ci hanno scelto?? Sarebbe molto gradito. Ah e magari in parole semplici e chiare che non sono nelle condizioni per decifrare i tuoi discorsi sconnessi!-
Dall’altro capo del telefono Yomi si schiarì la voce e fece 1 respiro profondo.
–Ok Satty-kun hai ragione, comprendo che sarai stanco parecchio dopo ieri sera quindi bè in sostanza suoneremo al Tokyo Dome con i Vidoll tra 2 settimane!-
Se ne uscì candido come 1 bambino, probabilmente senza rendersi minimamente conto di aver provocato con quelle semplici e chiare parole un quasi totale infarto nel suo interlocutore.
Silenzio.
–Caspita Satty-kun il dopo-live deve averti dato davvero il colpo di grazia! Mi sarei aspettato una reazione un po’ più….si bò cioè dai insomma 1 po’ più…..caspitarola si via un po’ più sentita ecco….- Corrugò le sottilissime sopracciglia a punta sporgendo il labbro inferiore appena 1 po’.
* Un po’ più sentita??? * Il suo cuore si era solo fermato e il suo cervello si rifiutava di processare quelle poche informazioni che aveva ricevuto tanto era incredulo!
– Oè ma ci sei???-
Yomi fissò il cellulare sollevandolo davanti a sé e avvicinandoselo poi agli occhi per controllare meglio ma, continuando a non percepire alcun segno di vita dall’altra parte, lo allontanò di nuovo e lo scosse come farebbe un bambino con un giocattolo che ha smesso di funzionare sperando che così ricominci –Che diamine stai facendo Yomi-chan?-
Ruka lo stava fissando quasi piegato dal ridere.
– Non è certo scuotendo il tuo cellulare che lo farai riavere dal colpo che gli hai appena fatto prendere!!-
Riuscì un po’ svogliatamente ad alzarsi dal divano e a smettere di ridere, poi avvicinandosi al vocalist gli levò il cellulare dalle mani posando 1 piccolo bacio sulla sua guancia.
– Ohayò leader-sama!! Tutto ciò è supe rmega stra fantastico come dice Yomi qua… hem solo che credo che non se ne potrà fare di niente se non ti riavrai in breve perché ecco si bè penso che i Naito non potrebbero proprio suonare essendo deceduto da poco il loro primo chitarrista nonché loro leader. Già sisi sarebbe davvero increscioso nonché un vero peccato!-
Tratteneva a stento le risa di nuovo ma era riuscito a simulare un tono davvero serio che quantomeno riuscì a scuotere il loro leader dalla catalessi che sembrava averlo colpito irrimediabilmente, se non altro lo portò a considerare con una buona dose di ironia che, certe volte, il loro batterista aveva delle intuizioni davvero acute.
– Con il rispetto che c’è per gli anziani fondatori di questi tempi sono certo che potreste anche essere capaci di suonare essendo io morto di recente!! Gioventù dai neuroni bruciati che non siete altro!! – Rise lui stesso di quelle parole, d’altra parte gli erano uscite totalmente a caso, non era minimamente in grado di comporre una frase sensata in quel preciso momento.
– Aaaaah allora sei ancora tra noi!! Pericolo scampato Yomi-chan !!! Suoneremo al Tokyo Dome con i Vidoll!! Banzaiiiii!!!-
Si voltò giulivo in direzione del piccolo cantante che lo fissava a metà tra l’offeso perché Satty-kun non si era ripreso parlando con lui e il sollevato per le buone notizie riguardo al suo stato di salute. In ogni caso l’adrenalina già gli scorreva in corpo a 1000. Corse incontro al batterista e aggirandolo agile come 1 gattino lo assaltò da dietro saltando sulle sue spalle, naturalmente emettendo grida sconnesse a tutto spiano!!
- Sbrigati a venire siamo a casa di Yomi-chan e dobbiamo commentare nei dettagli l’occasione della nostra vita caro il mio leader! Oppure pensi che riuscirai ad addormentarti di nuovo dopo questa notizia? – Aveva agganciato senza dargli il tempo di replicare o forse il cellulare gli era semplicemente caduto dalle mani per l’esuberanza incontenibile del loro contante che tanto per non sapere come esultare si stava dando alla pazza gioia saltellando, ballando e rotolando per la stanza insieme al batterista, che dal canto suo, non mostrava affatto di disdegnare le attenzioni dell’amico anche solo dovute al momento di euforia estrema!
Chiuse la chiamata. Un gesto meccanico senza neppure pensarci.
*Il Tokyo Dome ….iVidoll…* *altro che…..non sarebbe riuscito a dormire mai più*
Questo era tutto ciò che riusciva a pensare in quel momento.
Trascorsi pochi istanti che a parer suo potevano benissimo essere considerati un’eternità, scattò in piedi, rendendosi comunque subito conto che sarebbe stato difficile convincere le sue gambe a fare ulteriori passi….si sentiva paralizzato e tuttavia una parte di lui voleva assolutamente sapere ogni dettaglio, quindi cercava di convincerlo ad affrettarsi a ricomporsi almeno il minimo per consentirgli di guidare fino a casa di Yomi senza rimanere ucciso nel mentre…l’altra che lo teneva inchiodato sul posto credeva invece che avrebbe potuto vivere tranquillamente anche senza sapere nessun dettaglio…senza sapere nulla…
Ecco: di nuovo quella pungente sensazione di…. paura, inquietudine, ansia…..che da un po’ di tempo a questa parte lo coglieva all’improvviso e a cui cercava di dare una spiegazione nella speranza che se fosse riuscito a razionalizzarla sarebbe di conseguenza scomparsa, lo avrebbe lasciato in pace….*In ogni caso come diavolo era potuto succedere??? Appena il giorno prima avevano suonato al Nippon Budokan che insomma è già un fortunatissimo punto di arrivo per una band giovane come la loro….il Tokyo Dome! Con i Vidoll!...ma perché i Vidoll e perché loro? E così presto poi!! Solo 2 settimane praticamente domani!! I giorni volano di questi tempi!!
* Aveva decisamente perso il controllo dei suoi pensieri. Doveva raggiungere gli altri. Almeno parlarne con loro lo avrebbe aiutato a capire meglio la situazione e solo dopo forse avrebbe potuto tentare di nuovo di dare un senso a quello che gli stava succedendo.
- Alla buon’ora Sakito! Stavamo cominciando a pensare che fossi riuscito davvero a riaddormentarti anche dopo una tale notizia!-
Ni-ya lo accolse nell’appartamento di Yomi comportandosi tranquillamente da bravo padrone di casa tanto era che ormai tra tutti praticamente vivevano lì…se quella specie di bivacco/ ampeggio poteva considerasi vita….di certo non era 1 vita sana! Cmq non era neppure quello il momento di perdersi in considerazioni da bravo genitore e loro non erano suoi figli, potevano gestire la loro vita come meglio credevano.
– Sei pallido Sakito sicuro di stare bene? Forse è solo la mancanza di sonno dai su accomodati qui sul divano e cerca di star tranquillo!! È certamente una grande occasione ma noi sapremo gestirla! I Naito possono farcela alla grande!!-
L’entusiasmo aveva del tutto contagiato anche il bassista ,solitamente il più serio e adulto di loro.
Continuava a sentirsi oltremodo inquieto e avrebbe tanto gradito che qualcuno si fosse degnato di dargli delle spiegazioni, invece tutti sembravano talmente presi dall’euforia del momento da dimenticarsi che lui ancora ignorava gran parte della faccenda.
–Quindi in sostanza , solo così per fare il punto a titolo informativo di che diavolo è successo, qualcuno ha contattato qualcuno di voi annunciando che dovremo suonare al Tokyo Dome tra 2 settimane insieme ai Vidoll.–
Il suo tono di voce era decisamente ironico nel sottolineare le parti indefinite di quel riassunto di ciò che gli era dato di sapere e appena quel tanto alterato nel resto da bastare a fermare il caos generale che regnava nel piccolo salotto da quando era arrivato…probabilmente anche da prima ma prima non lo riguardava invece ora si perché ora si stava stufando. Pretendeva che qualcuno gli fornisse numerose spiegazioni!
-Tanto per cominciare chi ha telefonato? E a chi? Perché io non sono stato informato direttamente? Sono pur sempre il leader di questa band, diamine! E per quale diamine di ragione dovremmo suonare in un posto così grande tra così poco tempo? Oltretutto reduci da un altro live già sufficientemente impegnativo da bastarci per mesi! Ma soprattutto che qualcuno mi illumini vi prego perché proprio quelli? Cioè ma tra tutti i gruppi validi che ci sono in Giappone doveva venire proprio in mente a quei cosi capitanati da un tizio in gonnella che non sa nemmeno come si tiene in mano un basso l’idea di fare un live con noi??? –
Stava decisamente urlando e sparando giudizi senza tanta cognizione di causa, ma se ne era reso conto solo nell’esatto momento in cui aveva finito di esporre tutte le domande che riteneva più urgenti, quindi troppo tardi ormai per rimediare.
Si fermarono tutti e riuscendo ad imporsi un freno si piazzarono comodamente stravaccati chi a terra, chi su una sedia, chi sul divano intorno al loro leader. Hitsugi prese la parola giacché come co-fondatore era quello che dopo Sakito sentiva di più il peso della responsabilità delle sorti del gruppo
–Hai assolutamente ragione, cominciamo con ordine: bè stanotte quando stavamo tutti cercando di trascinarci a casa dal locale il manager ha chiamato Yomi, tu eri già andato via mentre noi bene o male eravamo ancora vicini e…bè in tutta sincerità ignoro il perché abbia chiamato lui e non te…ma posso provare a immaginare che lo abbia fatto per non disturbarti…credo che come tutti noi si sia accorto dopo il live che eri davvero a pezzi…-
Allora se ne erano accorti! Certo non ci sarebbe voluta chissà quale scienza, di solito lui era il primo a festeggiare in preda all’adrenalina del dopo-live e darsi ai bagordi ma quella sera era una specie di cadavere che si era trascinato sino al pub e aveva partecipato alla serata semplicemente svuotando un paio di Black Russian e rispondendo con accennati sorrisi e monosillabi alle provocazioni degli altri, troppo euforici per dar peso sul momento al suo insolito atteggiamento…o almeno così aveva creduto.
-Già bè meno male che ogni tanto quell’uomo ha di queste intuizioni geniali….-
Fissava la porzione di pavimento tra i suoi piedi. Il corpo abbandonato svogliatamente sul divano e tuttavia per nulla rilassato.
-Quindi riassumendo quello che ci ha detto in poche parole: pare che i responsabili della Undercode siano rimasti impressionati in modo estremamente positivo dalla nostra performance di ieri sera e si siano accordati con la nostra casa discografica per metter in piedi un evento in cui ci saremmo esibiti con il loro attuale gruppo di punta e cioè i Vidoll,….sempre permettendomi delle considerazioni personali ritengo che sia stato scelto il Tokyo dome perché, per ovvi motivi, modestamente visto il nostro, nonché il loro discreto successo di pubblico, è sembrato l’arena più adatta all’evento. –
Sorrise con aria complice fissando negli occhi i compagni uno per uno che risposero a quel gesto con segni più o meno goliardici di assenso.
-Ovviamente dove li avrebbero potuti mettere tutti i migliaia di fans che convergeranno a vedere 2 gruppi così! Sarà esaltante, già non sto nella pelle! Kakatte koiiiiii!!! Non vedo troppo l’ora di giocare con Rame-tan ci sarà da divertirsi sul palco!! E come sisi!!–
Yomi scattò in piedi non potendo far a meno di dare di nuovo un po’ di sfogo all’emozione che già lo pervadeva in ogni fibra del suo corpo! E al suo solito spirito incontenibile da bravo piccoletto perverso!
–Capisco bè ma…era assolutamente necessario farlo così presto? Cioè perché non rimandarlo a qualche mese…darci il tempo di riprenderci e studiare meglio come colpire anche chi non viene essenzialmente per noi ma per gli altri e magari riuscire a proporre qualcosa di nuovo per i più fedeli che ci seguono già da tempo…-
Si era lievemente ripreso, la sua mente organizzatrice, quella mente geniale e razionale che aveva dato vita a quel gruppo fantastico e che sapeva più o meno sempre individuare quando era il momento di mettersi a fare sul serio per portare avanti le sorti di quell’avventura straordinaria che erano i Naito, già aveva cominciato ad attivarsi e pensare come gestire al meglio quella grandissima opportunità (irrinunciabile) che gli era stata offerta.
–Dobbiamo approfittarne adesso perché in marzo abbiamo il tour negli Zepp e i Vidoll saranno impegnati con la release del loro nuovo singolo…senza considerare che il Tokyo Dome ospiterà gli X-japan molto presto per celebrare il loro glorioso ritorno quindi potrebbe essere occupato per diverso tempo…rimandare è impossibile, significherebbe rinunciare all’evento..-
Era sempre Histugi a continuare con tono pacato e lucido. Sapeva che con il migliore amico in quello stato l’unica cosa da fare era cercare di smorzare la tensione, anche se dovuta all’euforia, cercare di presentare la situazione il più tranquillamente possibile per metterlo a suo agio, fargli metabolizzare la cosa e solo dopo farsi prendere dall’entusiasmo più che giustificato!
Ruka si limitò ad assentire con il compagno senza sbilanciarsi, lasciar fare a Hitsugi era indubbiamente la cosa migliore: tra tutti loro era sicuramente quello che conosceva meglio il loro leader e che gli era più legato da una profonda amicizia, che gli consentiva di sapere piuttosto bene come avere a che fare con lui, soprattutto in quel tipo di situazioni, diciamo così delicate.
–Non c’è un perché per ogni cosa in questo mondo, semplicemente si deve cercare di affrontare quello che la vita ci presenta con il massimo dell’impegno e della buona volontà per gestirlo al meglio! Vedrai sarà tutto perfetto!! E anche se non lo sarà, nessuno di noi sarà solo: la vittoria o la sconfitta dei Naito sarà sulle spalle di tutti! Basta guardare avanti con la fiducia che avremo sempre accanto qualcuno pronto a sostenerci nelle cadute o a condividere con noi la gioia dei nostri successi, per non farsi prendere dalla paura e dall’ansia!! Organizziamo e viviamo fino in fondo tutti insieme anche questa nuova grande avventura, né vuoi Saki-kun? –
Si avvicinò a scomporgli affettuosamente i capelli e poi abbracciarlo forte come a cercare ad infondere anche in lui quell’entusiasmo che si era sin da subito impadronito di tutti loro.
Certamente Hitsugi sapeva come prendere i suoi ultimamente molto frequenti sbalzi di umore. Che dire…non poteva che essergli grato per questo. Certo non sarebbe bastata una chiacchierata e delle seppur belle parole di incoraggiamento a fargli passare l’inquietudine che sentiva più o meno latente dentro di sé…ma almeno adesso sapeva più o meno cosa lo aspettava e aveva avuto un'altra volta la conferma, cosa che fa sempre bene, che qualsiasi cosa fosse accaduta non si sarebbe trovato a doverla affrontare da solo. Questo lo confortava. Lasciando tuttavia aperto uno spiraglio al dubbio che in realtà non sapesse affatto cosa lo aspettasse, cosa la vita gli stesse riservando…proprio lì lungo la sua strada, su quella strada che seppure circondati da numerose persone ci troviamo a dover percorrere sostanzialmente da soli.


siccome è un po' lunghetta (sono 8 capitoli oltre al prologo >.<) prima di postare gli altri spero che qualcuno abbia voglia di leggere e lasciare un commentino nel caso continuerò a postare il resto ^__^ non vorrei annoiare troppo con le mie schifezze XD
 
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† Vanilla †
view post Posted on 16/5/2008, 22:19




Bella, come saprai non sono una grande fan dello yaoi, però penso che tu scriva molto bene^^
Senza contare che amo tantissimo i Nightmare, e ultimamente sto in fissa coi Vidoll XD
Aspettiamo il seguito!^^
 
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HoshiNoSuna
view post Posted on 18/5/2008, 19:14




QUOTE
amo tantissimo i Nightmare, e ultimamente sto in fissa coi Vidoll XD

wow anche tu?? O_O XD allora ci capiamo proprio!^^

sono contenta che ti piaccia come scrivo ** e cmq tranquilla la parte più esplicita è solo un po' alla fine per il resto è tutto molto delicato e tranquillo ^^

Chapter 2 –Quando continuare a scavare in profondità non fa altro che rendere una talpa più cieca..

Decise di andarsene. Ora che gli amici avevano appagato almeno un po’ la sua necessità di risposte sentiva il bisogno di riflettere, di fare un attimo il punto con se stesso anche se, lo sapeva bene, il faccia a faccia con se stesso non era mai stato il suo forte. Non sapeva dove andare; ad ogni modo lasciare gli altri in preda all’euforia dilagante non sarebbe stato certo un problema per loro, sarebbe bastato sgusciare verso l’uscita e lasciare liberamente andare la sua inquietudine. Avrebbe dovuto affrontarla prima o poi! E quale occasione migliore di una notte resa ormai insonne dal destino, che a quanto pare aveva deciso di offrire loro un “occasione irrinunciabile”….lanciò di sfuggita una rapida occhiata verso gli altri: Ruka come al solito stava teneramente importunando quella che ormai era considerata la sua bambolina personale e Yomi non mostrava affatto il solito sdegno altezzoso e svogliato con cui gestiva quei momenti, sembrava che per una volta si stesse risparmiando la fatica di fingere che quelle attenzioni gli recassero fastidio. Quella vista contribuì in maniera insolita a riaccendere quel senso di ansia che sentiva infondo al cuore quindi decise di non curarsi neppure dei restanti compagni si alzò e in un lampo guadagnò la porta per non concedere a nessuno il tempo di fermarlo o tanto peggio domandare la sua meta o cosa gli passasse per la testa dato il semplice ma per lui inquietante fatto che ignorava entrambe le cose.
-Saki-kun vai già via? –
Si piantò lì su due piedi nell’atto di chiudersi la porta alle spalle. Beccato. Maledizione ce l‘aveva quasi fatta. Era stato proprio il padrone di casa, quello ufficiale, a sincerarsi di cosa stesse facendo; bè era quasi riuscito ad uscire e chiudere la porta: era abbastanza evidente che stesse andando via, pensò appena seccato, comunque il fatto che Yomi si fosse interessato a lui nonostante tutte le distrazioni che aveva intorno a sé e tutte le emozioni che probabilmente in quel momento gli sconquassavano il cervello lo rese felice; nel cuore dei suoi amici di sicuro occupava un posto importante e tuttavia questo non faceva altro che aumentare i suoi sensi di angoscia perché non riusciva ad essere felice con loro, ad essere felice di loro, di quello che erano, di tutto quello che in pochissimo avevano raggiunto….si era decisamente ora che trovasse una risposta a queste domande e nessuno avrebbe potuto dargliele, doveva solo obbligare se stesso a sputare il rospo oppure quel maledetto lo avrebbe ucciso dall’interno un giorno di quelli!
-Ho bisogno di prendere 1 po’ d’aria e di recuperare davvero un bel po’ di energie oppure mi ci porteranno in barella al Tokyo Dome!-
Rise sforzandosi di apparire il più sereno possibile, non voleva davvero rovinare loro questo momento di gioia, fare da guastafeste era una cosa che aveva sempre odiato e si era sempre impegnato in tutti i modi per evitare quelle situazioni, quindi stavolta non lasciò a nessuno il tempo di replicare e scomparve dietro la porta.
-Facciamo 2 passi , Ti accompagno, vuoi Sakito né? –
Con una buona dose di stupore appena fuori dalla porta si trovò di fianco la goffa figura del suo migliore amico appoggiato serenamente al muro e che con tutta la calma di questo mondo lo invitava a fare 2 passi. 2 semplici passi. Non lo voleva accompagnare a casa. Non pretendeva di sapere cosa avesse. Non riuscì ad opporsi a quella richiesta così semplice. O forse aveva solo vinto quella parte vigliacca di lui che desiderava rimandare il confronto, impedirgli di scavare a fondo nel suo intimo, di trovare qualcosa che avrebbe potuto far male, far paura.
Scesero le scale in silenzio. Doveva dire qualcosa oppure Hitsugi prima o poi avrebbe iniziato a fare delle domande. Sarebbe stato più che naturale da parte sua, dopotutto. Ormai aveva messo anche troppo a nudo sulla pubblica piazza che qualcosa lo tormentava ma tuttavia continuava a illudersi che non ne avrebbe parlato con nessuno, che avrebbe risolto questa cosa da solo…perché infondo non sapeva neppure se si trattasse davvero di qualcosa di serio che gli stava mandando in pappa il cervello oppure se fossero solo costruzioni mentali di una povera mente stanca, davvero provata dallo stress di una vita tutt’altro che tranquilla e riposante.
-Forse sono solo troppo stressato….voi altri non dovreste affatto preoccuparvi per me….ho passato momenti ben peggiori e supererò anche questo…-
Sarebbe stato evidente anche ad un bambino scemo che il suo tono era tutto meno che convinto, figuriamoci a Hitsugi che lo conosceva da quando erano piccoli e tutti i suoi periodi peggiori li aveva vissuti sulla propria pelle, li aveva condivisi con lui.
-Lo stress non viene mai da solo…ma soprattutto è un ottimo capro espiatorio e spesso alla fine non è mai davvero colpa sua come vogliamo far credere agli altri…però se ti accontenti di questa scusa e la cosa ti fa stare meglio non penso sarà un problema per gli altri accettarla…certo finché questo non comincerà a danneggiare il gruppo credo…-
Avevano cominciato a percorrere senza tanta cura di dove si trovassero un ampio viale a quell’ora davvero deserto che portava verso la baia di Tokyo, era un posto poco attraente di giorno con tutto quel cemento che ingabbiava quel poco di acqua tutt’altro che limpida che bagnava la loro città….ma la notte, si di notte trovava quel posto estremamente tranquillo e osservare la luna riflettersi luminosa e placida sulla superficie era sempre riuscito a rilassarlo, quindi inconsciamente le sue gambe lo stavano guidando in quella direzione.
-Avrei gradito del tempo per riflettere attentamente su a cosa dare la colpa di quello che mi succede ma non sembra esserci verso…vuoi gli impegni discografici, vuoi le persone che non ti danno tregua…non riesco a stare da solo con me stesso…di conseguenza non riuscirò mai a capirmi!-
Doveva essere davvero un po’ provato da questa sua strana fase per rispondere all’amico in quel modo, ma Hitsugi sembrò pazientemente passare sopra a quelle parole riuscendo agilmente ad intendere che l’altro non aveva la minima intenzione di ferirlo, ma cercava solo di dirgli che ci aveva provato a venirne a capo senza dare inutili colpe alla scusa di turno, allo stress, alla band, agli impegni, ma decisamente ne era uscito più confuso di prima e senza nessuna risposta soddisfacente da proporre prima di tutto a se stesso, figurarsi agli altri.
-Bè è risaputo che a volte è estremamente difficile riuscire a capire noi stessi, che ci sono delle volte in cui è molto più facile leggerci attraverso gli altri, attraverso le impressioni che essi hanno di noi e dei nostri atteggiamenti, attraverso i loro consigli e opinioni, non sempre il confronto diretto con la parte più intima di noi stessi porta a dei risultati; ci sono sicuramente occasioni in cui continuare a scavare in profondità non fa altro che rendere una talpa più cieca!-
Hitsugi fissava il vuoto nel pronunciare quelle sue perle di saggezza con l’aria più seria e convinta che avesse mai assunto! E quando a sentire quell’ultima metafora Sakito avrebbe voluto rotolarsi dal ridere si dovette trattenere nel contemplare quell’espressione anche visibilmente sinceramente preoccupata dell’amico, che ora lo fissava negli occhi accennando appena un sorriso.
Tuttavia non poteva darsi così facilmente per sconfitto. Lasciare che di nuovo qualcuno risolvesse i suoi problemi al posto suo, lasciare che crollasse di nuovo quell’immagine di persona calma e serena che sa sempre cosa fare e come affrontare le situazioni della vita solo perché l’unica cosa che non sapeva affrontare era lui stesso, il suo io più profondo quello che davvero sentiva e voleva nel suo animo.
-Ho paura –
Ecco lo aveva fatto. Di nuovo. Si stava di nuovo arrendendo a quella sua assurda incapacità di affrontare le sue paure più intime, più personali. E ancora una volta sentiva di avere un insopprimibile bisogno che qualcuno lo aiutasse a sbrogliare quella matassa apparentemente inestricabile che erano i suoi pensieri e sentimenti in quel momento. Si sentiva egoista e sfruttatore. Si sentiva malissimo non solo perché continuava a non capire da cosa derivasse tutto ciò, ma anche per il fatto di sentirsi felice che il suo migliore amico fosse lì con lui a cercar di tirarlo fuori dai suoi personalissimi guai al posto suo ancora una volta.
Histugi dal canto suo intuiva la lotta interiore dell’amico ma sapeva che solo ragionando seppur un minimo con se stesso avrebbe potuto decidere di accettare l’aiuto che gli stava offrendo. Gli voleva bene e non poteva vederlo continuare a torturarsi in quel modo, tuttavia lo conosceva sufficientemente bene da sapere che lasciargli il suo spazio era l’unico modo perché decidesse di sfogarsi e accettare la spalla su cui appoggiarsi che gli stava porgendo.
-A volte il destino ti riserva delle sorprese che ti colpiscono come uno shinkansen in piena corsa, come uno schiaffo in pieno viso….imprimendo una spinta tale alla tua bella e serena vita da farla deragliare senza nemmeno rendertene conto…-
Scese con un tonfo insolitamente goffo dal muretto dove entrambi erano seduti e scivolò a terra facendo scorrere la schiena lungo il muro, posando entrambe le mani saldamente a terra come a cercare un po’ di conforto e stabilità nel solido cemento sotto di lui.
-Dimmi Hitsugi: può succedere che la più stupida delle banalità di questo mondo possa renderti la vita impossibile e cambiare completamente la tua visione di te stesso, premere il bottone di reset e spingere una persona a rimettere in gioco tutto quanto a riconsiderare la propria vita, la propria personalità i propri principi…senza peraltro trovare nuove risposte soddisfacenti lasciandoti con un vuoto assurdo dentro…-
Lasciò sgorgare due lacrime silenziose agli angoli degli occhi. Sarebbe stata una notte molto lunga.
Histugi scivolò accanto a lui e lo strinse forte accarezzandogli la testa e lasciando che piangesse in silenzio tutto il suo nervosismo finché ne avesse sentito il bisogno. Qualcosa era accaduto. E qualcosa di banale soltanto all’apparenza che nel suo intimo aveva davvero sconvolto l’amico. Ma ancora una volta non lo avrebbe forzato a parlarne, qualsiasi cosa avesse voluto raccontargli lo avrebbe fatto solo perché sentiva che in quel modo avrebbe potuto stare meglio e non perché era lui a chiederglielo.
- Io…non so più cosa provo…e mi sono bastati 10 minuti per smettere definitivamente di saperlo…che buffa la sorte è? Credo che non mi basterebbero 10 anni per riuscire a saperlo di nuovo…-
Si sollevò dall’incavo della spalla di Hitsugi dove si era rifugiato colto di sorpresa dal quel pianto liberatorio. Ma mentre parlava rivolto verso di lui sembrava piuttosto cercare conforto nel fissare il vuoto alle sue spalle, o forse coglieva semplicemente la scusa di raccontare all’amico quello che gli era capitato approfittandone per parlare a stesso…non da solo…ma senza temere alcunché…perché sapeva che c’era qualcuno con lui pronto a sostenerlo a far recuperare la bussola ai suoi sentimenti impazziti, il giusto binario al treno della sua vita ormai del tutto fuori controllo, un po’ della vista a quella talpa completamente cieca che stava diventando a forza di scavare o tentare di scavare troppo in profondità dentro di sé.
-E’ successo una settimana fa…era un pomeriggio banalissimo, di uno di quei tanti giorni che ti sembrano sempre tutti uguali, mentre cammini in una di quelle milioni di affollatissime strade di questa metropoli, strade che non finiranno mai di sembrarti anche loro tutte uguali finché un giorno non ti rimane impressa nella mente come il luogo dove hai visto una scena assurda, un comportamento che non ti saresti mai riuscito a spiegare, qualcosa che seppure totalmente casuale sembrava essere messo in scena proprio lungo quella via che stavi percorrendo appositamente per sconvolgere la tua vita…per cambiarne il corso…-
Sembrava mantenere a fatica il tono di voce ad un’altezza udibile dall’altro, sembrava che più di un lieve sussurro non fosse in grado di tirare fuori da quel suo corpo stanco…forse per paura di rivelare a voce dietro a che cosa si nascondeva veramente l’origine di tutte quelle sue paure e ansie. Htsugi doveva ammettere con se stesso che l’amico stava riuscendo a metterlo davvero in ansia..e anche se si vergognava appena un po’di quello che stava provando non poteva fare a meno di sentirsi estremamente curioso di sapere che diavolo gli fosse capitato da provocare un tale scempio delle sue facoltà razionali e intellettive.
-Che cosa ti è accaduto…-
Non riuscì a trattenersi dal sussurrare come incoraggiamento a proseguire, anche se se ne pentì subito temendo che qualsiasi parola inopportuna avrebbe fatto di nuovo chiudere a riccio il suo timido amico. Fortunatamente non fu così.
-In tutti questi giorni nel tentativo di uscirne una cosa almeno credo di averla capita: in quel momento, lungo quella strada, ho lasciato quel briciolo di buon senso e razionalità che prima potevo forse affermare con certezza di avere; li ho persi entrambi insieme a tutto me stesso, li ho persi e non so spiegarmi come….-
Ora fissava di nuovo il pavimento tra le sue gambe e sembrava voler aggiungere qualcosa ma non trovare dentro di sé il coraggio di farlo.
-Dove è che ti sei perso? –
Hitsugi di certo era un grande amico e una splendida persona sempre pronta ad ascoltare e a capire e condividere con chi ha bisogno i suoi buoni consigli e offrire tutto l’aiuto di cui fosse stato capace, tuttavia la risposta che ricevette era davvero l’ultima che si sarebbe potuto aspettare e che avrebbe saputo subito come affrontare.
-Mi sono perso dentro agli occhi di Jui …-
Silenzio. Devastante, implacabile, impietoso silenzio. Quella risposta gli era uscita direttamente dal cuore, senza passaggi intermedi, senza filtri. Non aveva potuto farne a meno (ammettere la semplice verità a volte ci sembra la cosa più terribile e difficile di questo mondo, ma solo fino a quel momento, solo fino a quell’istante in cui se ne esce dal tuo cuore con la semplicità sconcertante di una giornata di sole, del sorriso di un bambino).
Hitsugi ci pensò su solo pochi secondi. Jui. Tra un po' neanche si pose il problema di domandarsi chi fosse tanto che subito collegò quel nome al sexy vocalist dalla voce di velluto dei Vidoll. Che diamine aveva combinato?? Difatti, convenne con se stesso, lo aveva sempre visto come un tipo complicato! Si, a pensarci bene, si diede proprio ragione, aveva decisamente la faccia di uno che ti incasina la vita con un non nulla! Sicuramente non aveva dovuto fare troppa fatica per sconvolgere l'animo gentile del povero Sakito e creargli scompensi che a quanto pareva gli sarebbero bastati per il resto della sua vita. Già ce l'aveva con lui! Senza sapere nulla. Non ne aveva bisogno, l'unica cosa che ora gli sembrava rilevante era come aveva ridotto il suo migliore amico. Quel bastardo! Per l’appunto gli passò fulmineo per la mente il nome del loro ultimo album: Bastard, non avrebbe potuto sceglierne uno più azzeccato! Assunse un buffo cipiglio accigliato scrollando le spalle in segno di disprezzo. Cercò di imporsi un po’ di contegno, non era decisamente il caso di lanciarsi in una scenata da brava chioccia materna e protettiva, Sakito aveva bisogno di sfogarsi di raccontare tutto a qualcuno che si dimostrasse in grado quantomeno di ascoltare se non addirittura di comprendere cosa stesse provando quindi ritenne un‘altra volta che fosse meglio lasciargli tutta la libertà e tranquillità di cui sentiva il bisogno, così con il suo silenzio lo esortava benevolmente a continuare, di certo in modo molto più comprensivo di tante parole che avrebbero potuto molto facilmente risultare inopportune.
L’altro infatti sembrava non aver bisogno di ulteriori esortazioni o incoraggiamenti espliciti e forse un po’ perché nascosto dal buio di quella notte tranquilla, forse un po’ perché confortato dalla presenza rassicurante dell’amico, lasciò sgorgare fuori le parole e i dettagli di quel pomeriggio sfogandosi del tutto con la persona che meglio di chiunque altro riteneva avrebbe potuto comprenderlo. Senza più controllo. Ogni ulteriore resistenza sarebbe stata del tutto inutile a quel punto.


Interlude-Part 1: Senshuu ni Tokyo no michi de…

Le prove si erano protratte oltre il tempo stabilito anche quel pomeriggio. Normale routine dopotutto in vista del live al Budokan che implacabilmente si stava avvicinando. Tuttavia sentiva il peso della buona riuscita di quella performance per loro così importante farsi più pesante ogni giorno che passava; tentava in tutti i modi di dare il meglio di se, ma ogni sessione di prove risultava più estenuante della precedente e sentiva che nonostante l’abitudine allo stress, alla vita frenetica di un gruppo musicale che agli esordi ha già riscosso tutto il loro successo, di quel passo avrebbe potuto facilmente raggiungere il limite delle sue possibilità.
Cercò di scacciare quei pensieri accelerando il passo. Lungo la via principale vi era una gran folla di persone che attendevano di entrare allo Shibuya-AX , ragazzine urlanti, famiglie intere e crocchi di amici che ostruivano qualsiasi passaggio. Si fermò un istante giusto il tempo di capire che tentare di aprirsi un varco sarebbe stato sicuramente più faticoso che cercare un percorso alternativo, ma la sua mente resa del tutto ko dalla giornata estenuante non era assolutamente in grado di calcolare il migliore e più rapido, quindi decise di infilare senza neppure pensarci una via laterale a caso con la sola speranza che quanto meno gli avrebbe permesso di aggirare il blocco e poi tornare sulla strada che conosceva bene e che lo avrebbe condotto finalmente a casa al meritato riposo.
Quella via era particolarmente stretta e a guardarla così avrebbe giurato di non esservi mai passato prima sebbene costeggiasse una delle arene per concerti più importanti tra quelle più piccole. * Chissà chi si esibisce tra poco?* perché sicuramente tutto quel marasma di gente stava attendendo di entrare a vedere il proprio gruppo preferito esibirsi quel pomeriggio… loro non avevano mai suonato lì eppure era una tappa quasi programmata di molti gruppi emergenti… pensò con non troppa gioia alla loro fortuna di essere giunti così presto nella loro carriera ad esibirsi in un arena importante come il Nippon Budokan, sicuramente era la stanchezza a giocargli quella mancanza di entusiasmo, perché avrebbe dovuto solo esser grato a tutte le divinità che conosceva per quell’occasione ed esultare ogni volta al solo pensiero. Si sentiva un po’ in colpa per questo. Non era sufficientemente perso in quei pensieri per non notare una scena insolita pochi passi più avanti a dove si trovava. Si fermò ad osservare. Tre uomini di proporzioni a suo avviso enormi stavano intorno a una terza figura appoggiata al muro sul lato destro delle strada. Dal punto in cui si trovava non riusciva a distinguere bene cosa si stessero dicendo ma poteva vedere distintamente cosa succedeva e quando si aprì un varco tra 2 di quegli energumeni notò che quello appoggiato al muro era un ragazzo più giovane di loro, circa della sua stessa età vestito…o meglio con il corpo appena fasciato da una giacca corta argentata e lucida e un paio di shorts dello stessa foggia che a mala pena coprivano i primi 5 cm di coscia. Sicuramente doveva essere uno dei membri del gruppo che stava per esibirsi. I capelli gli cadevano disordinatamente sul viso quindi anche se si fosse trattato di qualcuno di famoso gli rendevano impossibile riconoscerlo…in ogni caso che ci faceva circondato da tali ceffi?! Quegli armadi ambulanti avevano un aria tutto meno che rassicurante e sembravano avercela proprio con lui e nemmeno poco! Dal loro atteggiamento era del tutto evidente che non erano lì per fare due chiacchiere con lui in allegria. Non sapeva esattamente se fosse il caso di preoccuparsi, fin’ora nonostante la tensione nell’aria che si tagliava a fette non sembrava succedere nulla di preoccupante, di certo intromettersi non sarebbe stata un idea felice, magari avrebbero risolto le loro controversie senza morti o feriti e avrebbero liberato il passaggio in breve così avrebbe potuto proseguire la sua strada verso casa tranquillamente. Doveva aspettare e ciò lo innervosiva abbastanza, più le giornate erano stressanti (già di per sé), più sembravano mettercisi tutte per contribuire a sfiancarlo completamente.
Questa volta si che si stava perdendo nei suoi pensieri piuttosto seccati e ne fu scosso solo dalle grida goliardiche di esultanza di quegli uomini poco più avanti. Adesso i corpi di due di loro erano addosso al giovane che spingendo il volto di lato il più possibile, quasi in modo innaturale, cercava di serrare gli occhi e la bocca al massimo, quanto più le sue forze gli concedevano di riuscirci. Il terzo uomo stava un po’ più distante e assisteva con un sorriso perverso alla scena voltandosi di tanto in tanto nelle 2 direzioni verso cui si snodava la strada, evidentemente per sincerarsi che non passasse nessuno a disturbare quella scena orribile. Notò con improvviso orrore che le mani degli altri 2 si stavano insinuando lascivamente sotto gli abiti succinti del ragazzo e si facevano strada lungo il suo corpo come fosse di loro proprietà mentre questo restava assolutamente immobile. Sembrava inspiegabilmente non opporre nessuna resistenza, non reagire a quel tentativo di violenza in alcun modo se non cercando di distogliere la faccia il più possibile da quello che gli stava accadendo e tenendo gli occhi chiusi come se fosse la sua unica speranza di salvezza.
Doveva intervenire. Non poteva lasciare che subisse in quel modo la violenza di quei delinquenti. Qualsiasi cosa avesse causato il comportamento di quei tizi doveva assolutamente impedire che continuassero quella tortura. E doveva farlo in fretta. Si trovò convulsamente a pensare ad un modo per cacciarli, per farli desistere e andarsene. Ma cosa poteva fare lui, se solo avesse provato a farsi avanti di sicuro li avrebbero menati entrambi, se non peggio, ne avevano tutti gli attributi, grossi come erano, almeno il doppio di loro due messi insieme. Ecco era decisamente uno di quei momenti in cui si trovava a dare irrimediabilmente ragione a tutti coloro che gli rimproveravano sempre di essere troppo magro! No, intervenire di persona era decisamente la prima opzione da escludere…Si prese la testa tra le mani come a cercare di fermare il torrente di pensieri che gli attraversavano il cervello nel tentavo di individuare il più in fretta possibile una soluzione. Chiamare aiuto sembrava l’unica alternativa considerabile…ma, si trovò a riflettere in un attimo di lucidità, di certo avrebbe comportato una pessima pubblicità per il gruppo di quel tizio, si perché insomma la polizia non si sarebbe certo limitata ad arrestare quei tizi ma avrebbe fatto domande avviato indagini e in breve tutto il loro pubblico e non solo sarebbe venuto a sapere della scabrosa vicenda…”sventato tentativo di violenza sul celebre vocalist del tal gruppo”…”in che rapporti era con i violentatori? Cosa si cela dietro la sua faccia d’angelo?” Già si vedeva le facce disgustate di milioni di ipocriti giapponesi benpensanti e le voci che correvano ingigantendosi di bocca in bocca rovinando le loro carriere per sempre…stava impazzendo! Doveva agire e farlo in fretta. Ma come diavolo fare a salvare capra e cavoli!!??
Il rumore assordante della sirena di una volante lo scosse dalla spirale di totale confusione in cui era caduto, sembrava che, come richiamata dalle sue silenziose preghiere, si stesse dirigendo proprio nella loro direzione! Bè se la polizia fosse accorsa di sua spontanea volontà senza che fosse stato lui a chiamarla non avrebbe dovuto sentirsi in colpa per le sorti di quel gruppo. Si risollevò un poco sentendosi contemporaneamente tremendamente egoista per quel pensiero. Si sporse dal suo nascondiglio sperando di vedere gli agenti mettere in manette quei bruti! Ma la sua gioia fu ancora più grande nel constatare che la volante della polizia era solo sfrecciata lungo la via principale e nonostante questo il rumore assordante della sirena era stato da solo sufficiente a mettere in fuga i violentatori. Fortunatamente con il gran trambusto in occasione del concerto molte volanti si erano radunate nella zona e questa consapevolezza aveva forse fatto da deterrente e scampare un molto probabile arresto li aveva convinti a scappare senza portare a termine i loro turpi intenti.
Corse in direzione del ragazzo. Senza porsi domande . Senza pensare a nulla.
Il corpo ancora abbandonato contro quel muro le braccia inerti lungo i fianchi e i capelli arruffati e scomposti a coprirgli il viso. Tremava visibilmente. Senza tuttavia smettere di serrare gli occhi e la bocca con tutte le sue forze.
Non sapeva che dire. Si trovò del tutto senza parole davanti a quella situazione, davanti a quel ragazzo e al suo inspiegabile comportamento di poco prima. Se fosse capitato a lui avrebbe cercato di opporsi con tutte le sue forze, avrebbe scalciato, fatto a pugni, rotto quante più ossa avesse potuto a quegli uomini! Il ragazzo si accasciò a terra cadendo sulle ginocchia con un tonfo sordo e appoggiando violentemente entrambe le mani davanti a se come facendo appello alle ultime forze che aveva in corpo per non abbandonarsi al suolo del tutto privo di conoscenza, vanificando così ogni suo sforzo. Si gettò istintivamente in ginocchio anche lui raccogliendolo tra le sue braccia. L’altro si tirò leggermente indietro di scatto facendo scostare nel gesto alcuni ciuffi di capelli biondi dal suo viso. Dolore e Lacrime represse tingevano i suoi occhi di un colore indescrivibile. Sakito si sentì investire da una tristezza immensa. Sentiva il suo animo perdersi nella profondità devastante di quegli occhi senza possibilità di ritorno, senza possibilità di comprendere cosa quel ragazzo stesse provando in quell’istante e cosa quello sguardo stesse facendo alla sua razionalità. Stava perdendo ogni contatto con la realtà. Ne era conscio e tuttavia incapace di opporvisi. L’unica cosa di cui sembrava importargli era di scacciare un po’ di quella tristezza da quello sguardo. E questo lo terrorizzava. Tuttavia sentiva il cuore accelerare sempre più il battito, sentiva il sangue scaldargli l’animo ogni secondo in più che teneva quel ragazzo tra le braccia. Difatti l’altro si era solo scostato un poco senza liberarsi del tutto dall’abbraccio istintivo di Sakito che ora lo aveva finalmente riconosciuto, osservando i suoi tratti delicati anche se sconvolti dalla tensione, da vicino aveva riconosciuto in quello sguardo spaventato e tuttavia dolcissimo, lo sguardo di Jui il vocalist dei Vidoll.
- Come stai? –
Si azzardò a far uscire quelle due misere parole dalla sua bocca soprattutto per porre fine a quella sensazione di caduta libera che lo stava devastando, ma anche perché desiderava sinceramente che l’altro rispondesse che stava meglio, che ora era più tranquillo. Desiderava con tutto se stesso che, anche con un semplice gesto come un abbraccio, fosse riuscito a tranquillizzarlo almeno un po’.
- Sto bene !.... Io devo alzarmi…mi aspettano….aspettano me …io devo cantare!-
Sembrava più che altro rivolgersi a se stesso. Sembrava che cercasse di tirare fuori quel poco di voce che aveva la forza di emettere per cercare di convincersi di quello che diceva. Sembrava che alzarsi e cantare fosse l’unica ragione che gli impediva di abbandonarsi al dolore, che lo tenesse cosciente.
-È per questo che stavi per lasciarti violentare da 3 energumeni senza muovere un muscolo per impedirlo?-
Non riuscì a trattenere quella domanda così sferzante e del tutto inopportuna. Ma davvero tanta determinazione o forse incoscienza lo sconvolgeva. Voleva in un certo senso egoisticamente sapere cosa avesse motivato quel comportamento, voleva sapere cosa mancava a lui per dare tutto in quel modo, persino la propria dignità per qualcosa, per la musica in quel preciso caso! La musica era la loro vita, di entrambi, ma lui non sarebbe mai riuscito a comportarsi in quel modo…si sentiva in difetto, sentiva che forse non era all’altezza di una vita del genere, delle aspettative e obiettivi che quel tipo di esistenza ti presenta e ti impone. Che buffo con tutti i pensieri che avrebbero potuto attraversagli la mente in quel momento si trovava a pensare che avrebbe gradito che quel ragazzo tremante tra le sue braccia gli desse le risposte alle sue personali domande esistenziali.
-Di certo non avrei potuto salire su quel palco ed esibirmi dopo aver fatto a pugni e cazzotti con “3 energumeni” –
Sottolineò l’uso delle stesse parole dell’altro con tono ironico. Ma di ironico Sakito notò che vi era davvero poco nella sua voce mentre pronunciava quelle prole che non fecero altro che confermare i suoi pensieri. Sarebbe stato disposto a subire silenziosamente la violenza da quei delinquenti pur di non compromettere l’esibizione di quel pomeriggio. Una determinazione sorprendente o solo la fissazione di un folle che non tiene abbastanza alla sua vita, alla sua dignità. Si trovò ad escludere la seconda opzione quasi meccanicamente: non riteneva possibile, fissando l’altro negli occhi e perdendosi sempre più in quel marrone intenso che tanto gli stava scaldando il cuore escluse, che si fosse comportato così e stesse dicendo quelle parole solo perché non teneva abbastanza alla sua vita, doveva esserci qualcos’altro qualcosa di estremamente importante qualcosa che lo motivasse sino a quel punto ad affrontare e superare qualsiasi cosa cercasse di abbatterlo.
Non poteva che ammirarlo; pur nella totale ignoranza di quella che fosse la vita privata di quel ragazzo sentiva nei suoi confronti un profondo rispetto e ammirazione per la volontà e determinazione e forza che stava dimostrando. Tuttavia si domandò se tutto ciò non fosse solo una facciata, se tutta quella convinzione non fosse solo un modo di prendere di petto la vita, di andargli incontro con furia senza permetterle di fermarti perché se solo ciò fosse capitato, se solo si fosse fermato, se fosse caduto del tutto a terra, non avrebbe più avuto la forza di alzarsi e reagire davvero.
-Pensi di essere in grado di salire su quel palco e cantare? –
Come nulla fosse successo, avrebbe voluto aggiungere ma pensò che sottolineare la brutta esperienza non fosse decisamente la cosa migliore da fare quindi si trattenne e del tutto senza pensarci lo strinse ancora un po’ di più a sé. Però distolse lo sguardo oltre il viso dell’altro. Quella poca distanza tra loro lo rendeva terribilmente nervoso e tuttavia ne era lui la causa. Un lieve sorriso ironico sfiorò le sue labbra per scomparire fulmineo come era apparso.
-Certo che lo sono! Io DEVO salire su quel palco! Cantare è la mia vita! È stato persino più importante della mia famiglia, del legame che ho con i miei genitori…con …io gliel’ho promesso! Prima che questo stupido mestiere mi impedisse per sempre di vederla sorridere ancora, di dirle quanto fosse diventata bella….. io le ho promesso …-
Cacciò fuori quell’ammasso di parole come se sentisse il terribile bisogno di sfogarsi ma avesse sempre cercato di reprimerlo, o non avesse mai trovato nessuno intorno a lui che considerasse adatto a sentire quella sua storia…d’altra parte tutti la conoscevano la triste storia della morte di sua sorella minore…era stato persino lui stesso a raccontarla durante un live pochi mesi dopo che era successo…ma da conoscere gli sterili dettagli di un lutto familiare di un cantante famoso ad avere anche solo una vaga idea del dolore e sconvolgimento che lui provava dentro di sé da quel giorno c’era un abisso e sin’ora, sino a quel del tutto inaspettato istante in cui si era trovato tra le braccia di Sakito, si, l’altrettanto famoso chitarrista fondatore dell’ ultimo strabiliante successo: i Nightmare, non aveva mai pensato che avrebbe potuto trovare qualcuno a cui raccontare la verità, quello che davvero provava, che gli aveva cambiato la vita, che ora guidava le sue azioni nel mondo come un burattino, del tutto incapace di fermarsi, nel costante terrore che gli eventi e le sensazioni un giorno di quelli lo avrebbero definitivamente travolto.
Non riusciva a scostarsi da quell’abbraccio. O forse non voleva. Forse sentiva semplicemente di poter raccontare tutto di sé a quell’illustre sconosciuto, sentiva il bisogno di quella pace deliziosa che stava provando nella semplicità di quel gesto, di quel momento sospeso tra sogno irreale e spaventosa realtà.
-Stanno per cominciare…..io devo andare…-
Il suo tono era decisamente meno convinto del precedente, ma non aveva sparato parole a vanvera poco prima, quindi si alzò e si diresse verso la piccola porta metallica che doveva costituire l’ingresso posteriore ai camerini.
-Aspettami dopo il concerto….se ti va… potresti anche entrare a vedere…se passi di qui calandoti il cappuccio sul viso nessuno si accorgerà della tua presenza, non ti causerà nessuna seccatura….-
Il suo sguardo era puntato a terra, non voleva vedere la reazione di Sakito a quella sua offerta, desiderava tantissimo poter parlare un po’ con lui, non sapeva perché, non sapeva rispondendo a quale istinto gli aveva proposto di fermarsi a vedere il concerto e aspettarlo sino alla fine, semplicemente desiderava che l’altro rispondesse positivamente.
-Ok….perchè no...-
Le prove estenuanti, la stanchezza che aveva raggiunto livelli poco prima insopportabili, tutto era passato in secondo piano, tutto era diventato inspiegabilmente non così rilevante da impedirgli di accettare quel semplice invito. Assistere a un concerto e fare due chiacchiere con un amico. Ok non ci aveva mai parlato prima e a mala pena conosceva il suo nome d’arte, ma dopotutto quel ragazzo sembrava davvero aver bisogno di parlare con qualcuno, perché rifiutare? Sul momento gli sembrava che non ve ne sarebbe stata alcuna ragione fondata. Varcò la soglia della piccola porta di metallo dietro al cantante. Con incoscienza, con il cuore in subbuglio. Come infinite volte mentre percorriamo le strade della nostra vita. Senza un preciso motivo. Senza un perché
 
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HoshiNoSuna
view post Posted on 22/5/2008, 19:51




Interlude - part 2 : Subarashii hoshizora no shita de….

Nessuno fece domande. L’atmosfera era già sin troppo tesa per il ritardo del vocalist che era rimasto l’ultimo membro a dover ancora salire sul palco perché alcuno si curasse di quello sconosciuto che con il cappuccio della felpa calato a coprirgli quasi completamente il viso si aggirava per il backstage con l’aria più indifferente e naturale che riuscisse a fingere. Si perché, dentro di sé, Sakito poteva udire il cuore rimbombargli nel petto e ogni fibra del suo corpo tremare impercettibilmente. Paura di essere scoperto e di causare un casino mediatico che avrebbe potuto facilmente sfuggirgli di mano…o solo ansia, esitante attesa di quello che di lì a poche ore lo avrebbe aspettato….ma cosa davvero lo spettava? O cosa lui stesso si aspettava?…
I dubbi che lo stavano assalendo si dissolsero temporaneamente alla vista di Jui che si precipitava sul palco sfolgorante come la più brillante delle stelle del cielo sfoderando quello che con indescrivibile sorpresa non riuscì ad evitare di definire nella sua mente come il sorriso più bello che avesse mai visto. Come ne fosse capace non riusciva assolutamente a spiegarselo, ma la capacità con cui stava su quel palco, in quel momento, dopo quello che gli era appena capitato lo lasciò senza parole. Di nuovo. Come nel preciso momento pochi minuti prima in cui aveva incrociato il suo sguardo per la prima volta. Quello sguardo triste ed insieme estremamente dolce che, avrebbe potuto giurarlo, non sarebbe mai riuscito a dimenticare.
Il trucco aveva sapientemente nascosto quei, per fortuna, pochi e piccoli segni violacei che le maniere del tutto indelicate di quei ceffi avevano lasciato sul suo corpo, segni di costrizione, sui polsi e sui fianchi. Era riuscito davvero a limitare i danni di quel terribile episodio. In fondo al cuore se ne sentì sollevato, come se adesso riuscisse a comprendere le sue ragioni anche senza conoscerle davvero.
Il live non durò molto. Non era una performance particolarmente rilevante per una band come la loro, sempre in tour, sempre a fianco di altre band importanti, si trattava solo di un altro concerto tra 1000 che il pubblico molto probabilmente avrebbe aggiunto alla già ricca lista di loro belle performance, dimenticandosi dei dettagli pochi minuti dopo aver lasciato l’arena. E tuttavia quel ragazzo così giovane così …come lui….avrebbe addirittura permesso che fosse calpestata la sua persona fino all’umiliazione più totale per quel concerto, per trovarsi lì su quel palco, in quel momento, per regalare a tutte quelle persone la infinita bellezza di quel sorriso, della sua voce di velluto. Sussultò. Qualcuno gli aveva poggiato una mano sulla spalla. Un tocco gentile.
- Andiamo? –
Il cantante lo fissava sorridendo gentilmente. Non sembrava assolutamente la stessa persona di poche ore prima. Sembrava invece che avesse ricevuto una trasfusione di energia vitale, che qualcosa avesse ricomposto i pezzi infranti della sua anima e avesse dipinto sul suo viso perfetto da bambola un’espressione serena. Semplicemente disarmante.
Si allontanarono dall’arena uscendo dalla stessa porticina metallica posteriore da cui erano entrati; per ultimi, dopo aver aspettato per diverso tempo che non ci fosse stato più nessuno che gironzolasse lì intorno nell’attesa dell’uscita del gruppo; in ogni caso gli altri membri già erano usciti trionfalmente dall’ingresso principale soddisfacendo ampiamente le incessanti richieste di attenzioni dei fans. Non era rimasto nessuno ad attendere l’uscita del cantante, forse avevano semplicemente e molto rispettosamente creduto alle parole di Rame, il loro onorevole leader, che aveva accennato al bisogno di riposo del loro cantante che cercando di dare il meglio di sé sul palco per loro si era stancato molto e non sarebbe uscito dall’arena per diverse ore e probabilmente non avrebbe gradito troppo pressioni o insistenza da parte dei fans. Il tutto ovviamente regalando sorrisi a destra e a manca e agitando le manine molto lolitosamente, come era suo solito, onde evitare accuratamente di innervosire i fans o far apparire scontroso il loro adorabile vocalist.
Ok aveva atteso quel momento per ogni singolo minuto del concerto e neppure lo aveva sfiorato il pensiero che adesso lo terrorizzava * cosa poteva dire per uscire dalla voragine di imbarazzo in cui stava sprofondando ad ogni passo che faceva sempre di più?* era l’unico pensiero che riusciva a formulare nella sua mente oltremodo confusa. No, oltre a questo riusciva anche a pregare con tutte le sue forze che fpsse l’altro a dire qualcosa, a rompere quel blocco di ghiaccio di proporzioni colossali che sentiva incombere su di loro.
-Dove ti va di andare? È una notte stupenda! Il cielo è così sereno che si vedono milioni di stelle nonostante tutte le luci artificiali! –
Ecco che di nuovo lo sorprendeva. Il candore e la semplicità con cui pronunciava quelle frasi. Si sentì rasserenato, poteva sentire già la tensione sciogliersi, semplicemente scivolargli lentamente via di dosso mano a mano che cominciava a sentire sempre meno estranea la presenza di quel ragazzo biondo accanto a sé.
-Non saprei….. dal tetto di Shibuya 109 sicuramente si vedrà 1 bellissimo spettacolo della città illuminata e le stelle da lì ci sembreranno incredibilmente vicine….-
Non sapeva come gli fosse uscita una tale frase, lui non era un tipo volgare o spiccio ma quella frase gli suonò decisamente troppo melensa e si pentì di averla pronunciata subito dopo, così senza un vero motivo, anche per il solo fatto di averla pronunciata…a dire il vero in tutta franchezza qualsiasi cosa avesse detto in quel momento gli sarebbe sembrata inopportuna. Che disastro, si rese conto di essere decisamente inopportunamente nervoso. Cercò di imporsi un contegno decente, quantomeno per arrivare alla fine di quella insolita serata senza uscire di testa!
Aveva comunque detto la verità. Da lassù sembrava di poter toccare il cielo con un dito e abbracciare con lo sguardo anche l’angolo più lontano e nascosto della loro immensa metropoli. Il silenzio di quella notte limpida e lo scintillio delle luci sotto di loro sembrava la cornice perfetta di un dolcissimo sogno, sembrava escluderli dal resto del mondo, dalle preoccupazioni di una vita frenetica , di una vita crudele, che all’improvviso, quando meno te lo aspetti fa si che accada ciò che fino a quel momento avresti ritenuto impossibile che accadesse: che quanto a noi più caro ci sia strappato, che un nuovo sentimento dai contorni delicati e sfuggenti si affacci nel nostro cuore.
- Tamayo è morta 2 anni fa…mia sorella minore…-
La voce di Jui era flebile come un sussurro, come se stesse dicendo delle ovvietà, che tuttavia se pronunciate troppo forte avrebbero potuto riaprire irrimediabilmente dolorosissime e mai troppo vecchie ferite. Sakito lo fissava, o meglio pochi passi più indietro fissava la sua figura longilinea che gli dava le spalle stando in piedi sul cornicione della terrazza. Di nuovo le braccia inermi lungo i fianchi. Di nuovo quella sensazione di abbandono. Come ultima risorsa, come ultima barriera contro la sofferenza. L’inerzia come scudo al dolore devastante di un evento irrimediabile.
-Da quel giorno non conta più nulla veramente per me…o meglio tutte le cose hanno perso il loro significato…quel significato importante che ogni aspetto più stupido della vita sembra avere finché, che tu lo voglia o no, qualcuno decide di insegnarti che non è così…che sono poche le cose a cui valga la pena tenere davvero…che si diventa capaci di distinguerle solo quando non ci sono più…non fanno più parte della tua vita…e non potranno mai più farlo di nuovo …nonostante tutti i tuoi sforzi di ignorare la crudele realtà…di impietosire, con tutte le lacrime che credi di essere in grado di piangere, chi te le ha portate via perché te le restituisca….-
Si era voltato. Lentamente. Cercando lo sguardo dell’altro, non riuscendo forse a sopportare da solo il peso di quelle parole; eppure voleva raccontare, esternare quello che aveva dentro e senza nemmeno domandarsene le ragioni continuava a sentire forte dentro di sé la sensazione che Sakito fosse la persona più adatta ad ascoltare il suo sfogo, che lo avrebbe compreso o anche semplicemente ascoltato, riuscendo a calmare almeno un po’ il suo animo che da 2 anni soffriva incessantemente ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Così, semplicemente, senza gesti eclatanti, con il suo rispettoso e timido silenzio, con l’incertezza del suo sguardo esitante e puro, con il calore di un abbraccio istintivo e genuino.
- Da quel giorno vivo per rispettare la promessa che era riuscita a strapparmi pochi giorni prima che morisse…. il giorno del mio compleanno…lei era triste perché mi aveva confessato che aveva dovuto ammettere di non avere la possibilità di realizzare i miei desideri per il mio compleanno, che lei era piccola e quindi non aveva mezzi per farlo mi disse…. ma… non dimenticherò mai….. il suo sorriso mentre mi chiedeva di prometterle che nulla mi avrebbe fatto rinunciare ai miei sogni, nulla mi avrebbe impedito di realizzarli, di salire sul palco e cantare le emozioni che mi scuotono il cuore e condividerle col mondo perché io sono nato per cantare mi ha detto…sono le ultime parole che mi ha rivolto e che mi accompagnano e mi guidano in ogni istante della mia vita, anche nei gesti più incoscienti e stupidi…-
Stava tentando di spiegare il suo comportamento del tutto irrazionale di quel pomeriggio e Salito, adesso che sapeva, si sentì terribilmente in colpa per averlo fatto sentire nella necessità di dovergli dare una spiegazione. Ora comprendeva quanto potesse essere profondo il dolore che un essere umano può provare e che possiamo diventare disposti a sacrificare qualsiasi cosa pur di porvi un seppur minimo rimedio. Si sentiva in colpa per tutte le volte in cui aveva creduto di non farcela, che le seccature di ogni giorno lo avessero portato al limite, che sarebbe stato a un passo dal dire basta e mandare tutto al diavolo perché si sentiva sopraffatto e incapace di andare avanti. Sentiva gli occhi riempirsi di lacrime.
-Che…? Non…non starai mica piangendo??? Cominciamo bene, neanche mi hai detto come ti chiami e già sono riuscito a farti piangere!-
Sakito strabuzzò gli occhi.
-Tranquillo lo so come ti chiami…-
Sorrise facendo scorrere istintivamente il pollice sulla guancia umida dell’altro.
-Scusami….tu non…non è colpa tua…mi dispiace tanto di averti apostrofato in quel modo prima…-
Jui non poteva crederci…avrebbe voluto ringraziarlo un milione di volte anche solo per il fatto di aver pazientemente sopportato quel suo piccolo sfogo, di averlo osservato con quel suo sguardo un po’ sperduto e tuttavia così comprensivo, sinceramente preoccupato per la sua triste vicenda…e invece lui che faceva? Gli stava porgendo le sue scuse. Il suo corpo scosso da lievi tremiti dovuti al pianto silenzioso. Lo strinse a sé. Rabbrividendo impercettibilmente al contatto delle sue guance rese fresche dalle lacrime con la pelle calda del suo collo.
-Va tutto bene. Non c’è ragione di scusarsi…..non si vede certo tutti i gironi un deficiente che si lascia violentare da “3 energumeni” come se nulla fosse….la tua reazione è stata …del tutto normale.-
Accennò una risata. Un po’ di sana autoironia era la cosa migliore in casi come quelli. Sperava davvero di riuscire a risollevare almeno un minimo quell’atmosfera oltremodo deprimente che aveva creato * Complimenti Jui! Sei una forza! Conosci una persona nuova che quantomeno riesce a fare finta benissimo di ascoltarti seriamente senza dare l’impressione di pensare che stai dicendo cose superficiali a cui non vale la pena dare importanza e tu riesci magistralmente a ridurlo in lacrime in meno di 2 minuti*
-Dai riprenditi….per favore….-
Lo scostò da se quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi con sguardo implorante. L’altro sorrise, i grandi occhi marroni di Jui che lo fissavano con quell’espressione a metà tra l’ironico e il seriamente preoccupato gli fecero venire in mente il gatto con gli stivali di Shreck . Gli sfuggì un sorriso che si trasformò presto in una serena risata. Non riusciva a togliersi dalla mente la versione chibi di Jui- gatto con gli stivali che lo fissava implorante. Che cosa assurda. E in che momento assurdo poi.
-Allora suonerete al Budokan tra una settimana! Sei emozionato? Sarà sicuramente una bellissima esperienza per un gruppo giovane come il vostro! Ne sarai molto fiero sicuramente! -
Le sue intenzioni erano delle migliori e la semplicità ed entusiasmo con cui se ne era uscito convinsero Sakito a mettere da parte in un nanosecondo la risposta che avrebbe voluto dargli * il live al Budokan. La sua condanna. La sua tortura. quello che se ci avesse pensato un altro po’ lo avrebbe portato all’esaurimento.* O almeno questo era quello che pensava fino a 2 ore prima. Adesso vedeva quell’evento con occhi del tutto diversi, come se qualcuno gli avesse tirato una secchiata d’acqua gelida addosso e lo avesse svegliato dalla catalessi in cui si trovava!
Fino a quando non aveva incrociato lo sguardo dolce e affranto di Jui. Nel rivalutare in pochissimi secondi tutta la sua visione della propria vita, della sua carriera, di se stesso fissava immobile la miriade di stelle che sembrava ricamare il cielo notturno di una trina incantata.
- Si …bè…sono emozionato…o forse un po’spaventato e parecchio stressato calzerebbe meglio…il nostro esordio, la nostra brillante carriera musicale sin’ora….è stato tutto così veloce…è come se fossi salito su un treno già in corsa pensando di poterlo guidare a mio piacimento ed invece essere stato costretto a scoprire che quel treno così emozionante nella sua folle corsa può solo accelerare e tu devi stargli dietro, perché come abbassi la guardia come pensi di non potercela fare…..da un momento all’altro ti sbatte a terra e a quel punto non ci sono santi, puoi solo cadere…-
Jui non riuscì subito a decifrare il tono con cui l’altro aveva pronunciato quelle parole. Una buffa espressione perplessa gli sfiorò il volto. Non era sicuro che dietro vi fosse paura o amarezza; gli sembrava piuttosto di potervi scorgere in fondo in fondo una celata attrazione per quella vita frenetica e così imprevedibilmente allettante. La sua vita; quella che aveva scelto per sé; accettandone rischi e conseguenze. Accettando, e tuttavia sentendosene allo stesso tempo in colpa, che gli si sarebbero presentati ostacoli davanti ai quali avrebbe pensato di mollare, di maledire tutto ciò che aveva scelto prima.
-Si ma… è anche per questo che questa vita ci piace!....Che non riusciamo a farne a meno!...Perchè solo affrontando ogni giorno con la consapevolezza che potremmo cadere da un momento all’altro, che tutto potrebbe finire, che i riflettori potrebbero spegnersi una volta per tutte…riusciamo a sentirci vivi…a dare un senso alle nostre vite, uno scopo per cui valga la pena chiudere gli occhi, stringere i denti e fare un altro passo!...Non è così? –
Sapeva di aver interpretato così esattamente i pensieri più profondi dell’altro da lasciarlo del tutto a secco di parole per rispondere a quella sua richiesta di conferma. Non era stato per nulla difficile dopotutto…gli era bastato guardare dentro se stesso e pensare a quanto le loro vite fossero simili, 2 treni impazziti in una folle e allo stesso tempo bellissima corsa! La situazione lo divertiva, quindi pensò bene di lanciarsi in un’altra domanda delle sue, così tanto per aggiungere un altro po’ di suspence a quella già abbastanza anomala situazione!
-Posso venire a vederti suonare quella sera ? -
Il cuore di Sakito mancò un battito. Cioè stava con un filino di difficoltà ancora tentando di decifrare il discorso di Jui di un attimo prima a proposito delle loro vite, che quella domanda lo colse decisamente del tutto impreparato. Tuttavia, non sapeva bene quale, ma una parte di sé era comunque riuscita a processare quelle in fondo semplici parole e di conseguenza a decidere per lui che si, gli avrebbe decisamente fatto piacere. In ogni caso si limitò ad annuire. Non era affatto certo che avrebbe avuto la stessa spontaneità dell’altro nel pronunciare una risposta positiva. Però gli sorrise gentilmente. Almeno quello glielo doveva e poi non avrebbe potuto fare danni con un semplice sorriso. O così pensava…
-Sarebbe bello poter suonare sullo stesso palco un giorno…-
Ma quelle ultime parole del cantante dalla voce di velluto dei Vidoll si persero nella notte, o meglio tra quegli ultimi brandelli di oscurità che si attardavano nel cielo inseguiti dalla luce chiara del mattino.
Hitsugi osservava il sorgere del sole nel silenzio denso di aspettative delle prime luci dell’alba. La testa di Sakito abbandonata sulle sue gambe. Si era addormentato come un bambino; sopraffatto dalla troppa stanchezza accumulata, a cui adesso Hitsugi riusciva a dare molto più senso, mentre lui gli accarezzava i capelli e lo rassicurava che non c’era nulla di cui aver paura, che tutto si sarebbe risolto. Dopo tutto lui poteva dirlo per esperienza, anche se non di persona, ma ci era comunque già passato; aveva già placato inutili ansie, condiviso piccole speranze, osservato semplici gesti trasformarsi in qualcosa di più….tutti i giorni li aveva sotto agli occhi….eppure si limitavano ad amarsi così, semplicemente, forse senza neppure esserne del tutto ancora davvero coscienti ma comunque senza farla tanto lunga e tragica.
Sorrise divertito e tornando a osservare l’espressione serena del suo amico addormentato, assunse di nuovo quell’espressione protettiva e dolce che solo le persone a lui più care potevano dire di aver visto sul suo volto * se non avesse reagito in quel modo a quella situazione non avrebbe riconosciuto il suo Sakito, sempre gentile, rispettoso, calmo, razionale e tuttavia capace di stupirsi, sconvolgersi, versare lacrime per una notte intera a causa della cosa più bella e naturale di questo mondo..* pensò con un pizzico di invidia che sarebbe piaciuto anche a lui innamorarsi davvero di qualcuno un giorno.

Chapter 3 - quando il “destino” ha improvvisamente una faccia e un nome…

- AAAAH!Diamo un senso a questa giornata! Chikushò!!-
La candida vocina di Yomi fece terra bruciata intorno a sé. Lo sbercio meglio riuscito degli ultimi tempi, si sarebbe potuto dire in circostanze più appropriate.
-Allora lo vogliamo azzeccare almeno un attacco in tutta la giornata, o forse dovrei dire settimana, di prove né Saki-kun???-
Non era chiaro se nel pronunciare quella domanda avesse usato un tono minaccioso o ironico, di fatto il piccolo cantante fissava il loro leader con gli occhi praticamente fuori dalle orbite e la testa reclinata leggermente da un lato a mo di assassino che chiede alla vittima se intende collaborare. Sakito si limitò a continuare a contemplare il pavimento; cosa che ultimamente faceva un po’ troppo spesso, trovandosi un po’ troppo spesso a corto di risposte da dare. La chitarra abbandonata a tracolla: un oggetto pesante. Quasi un estraneo in quel momento, non la sua fedele compagna di avventure. Il tutto allo stato attuale delle cose faceva innervosire non poco il vulcanico cantante che, per quanto lo riguardava, a corto di parole non si era mai trovato e sicuramente non avrebbe mai pensato di trovarcisi; né tanto meno avrebbe pensato di riuscire a star fermo a fissare il pavimento per tanto tempo di fila, anzi nemmeno per 1/10 del tempo che era capace di passarvi Sakito in quel periodo.
-Tu stai male ragazzo mio.-
L’espressione seria da uomo vissuto che aveva cercato di assumere nel pronunciare quelle parole era impagabile, insieme a tutti i suoi sforzi per riuscire a passare il braccino corto intorno alle spalle del chitarrista, almeno di 30 cm più alto. Gli altri si scambiarono uno sguardo complice e con esso decisero di trattenersi dal rotolare dalle risate solo per vedere come proseguiva la scena.
Hitsugi ovviamente era l’unico in grado di spiegarsi chiaramente ogni cosa, ogni singola stranezza dell’amico, ogni suo sbalzo di umore e sbaglio di accordo o attacco, ma ovviamente si era ben guardato da spiegare tutto agli altri. La confusione che regnava nella testa del loro primo chitarrista era più che sufficiente, senza dover sopportare le domande, battute o quant’altro sarebbe di sicuro fuoriuscito da quei baka degli altri compagni; gli voleva un bene dell’anima ma, in casi come quelli, era davvero meglio limitarsi a lasciare che le cose facessero il loro corso senza interferire più di un tot coinvolgendo ulteriori soggetti nella faccenda.
- Allora ragioniamo: di questo passo avremo forniture di pomodori per il resto della nostra vita….il che insomma da un certo punto di vista può anche essere considerata una faccenda positiva… ma diciamocelo non mi pare che sia il nostro caso…soo desu ka???-
Adesso stava rivolgendo verso gli altri lo stesso sguardo assassino che poco prima aveva regalato con tutto il suo “amore” a Sakito. Pefino Ruka non riuscì a trattenersi e si piegò tenendosi la pancia in preda alle risate insieme agli altri 2; evidentemente al contrario del vocalist trovavano la situazione assai divertente. La cosa peggiore era che l’espressione sempre più contrariata sul viso di Yomi non faceva altro che incrementare la loro ilarità senza che riuscissero a darsi un contegno. Quasi si poteva scorgere anche sul volto di Sakito il piegarsi di un angolo della bocca, una piccola risata trattenuta a stento.
Il piccolo cantante decise di rinunciarci. Era del tutto incapace di riuscire a farsi prendere sul serio in situazioni come quella e forse non era neppure quello il suo vero scopo; rise anche lui. Almeno era riuscito a sollevare il morale del gruppo; con un po’ di nuova carica positiva forse le cose sarebbero migliorate. Se lo augurava davvero. Quella che stavano per vivere era davvero l’occasione della loro vita porca miseria! E con il loro leader in quello stato il tutto riusciva a preoccupare perfino lui non poco. Sapeva di essere uno sconsiderato che il più delle volte non riesce a dare un freno alla propria esuberanza ma non riusciva a non preoccuparsi vedendo le cose prendere una piega che sentiva sfuggirgli e soprattutto di cui non capiva sostanzialmente un tubo perché nessuno si era degnato di dargli delle spiegazioni. Era convinto che Hitsugi la sapesse lunga al riguardo. Si limitò a lanciargli un’occhiataccia di sottecchi con gli occhietti ridotti a due fessure di cui nessuno sostanzialmente si accorse, tanto che ormai erano tutti presi dal ridere e si erano dati al cazzeggio generale.
Era sempre così a fine giornata, dopo una perlopiù estenuante e abbastanza inutile giornata di prove. Poi era lui il casinista del gruppo! Ma guardateli! 4 scemi che non riescono a smettere di ridere. La cosa che lo faceva un filino incazzare era che pure quella testa di baka di Sakito si era abbandonato al cazzeggio allegramente, * a cazzeggiare sei sempre capace Satty-kun né? Perché non provi anche a ricordarti come si suona la chitarra che sarebbe una cosa positiva alquanto, né?* avrebbe voluto dirgli nuovamente con tutto il suo “amore” ma decise che uscirsene con un’altra bella frase sarebbe stato a suo avviso molto più divertente:
-Bè io vado che devo prepararmi per uscire a cena con Rame-tan! Sayounara minna!!-
Sorriso a 42 denti.. Silenzio totale. Grandi falcate verso la porta.
-Dove vai?- - Con chi ceni?-
Le voci di Sakito e Ruka risuonarono all’unisono nel silenzio totale che era calato nella stanza.
Tutti si erano bloccati nella posa in cui si trovavano. Solo histugi proruppe in una ulteriore risata incontenibile alla reazione dei due compagni. Non riusciva a smettere di ridere, era più forte di lui. Lo sguardo illuminato di gelosia del batterista e quello praticamente terrorizzato del chitarrista gli sembravano in quel momento la cosa più buffa a cui avesse mai assistito. Ni-ya in un angolo assisteva alla scena con sguardo un po’sdubbiato e perlopiù piatto: a suo personale avviso non vedeva nulla di strano nel fatto che il loro vocalist uscisse a cena col leader della band con cui avrebbero dovuto suonare di lì a pochi giorni.
-Ma si, mi ha chiamato prima e dice che avrebbe piacere che ci conoscessimo meglio visto che dovremo condividere lo steso palco tra poco tempo e dice anche che riuscendo a istaurare un buon rapporto saremo sicuramente più capaci di coinvolgere il pubblico e apparire più affiatati. –
Il malefico folletto sorrideva sotto ai baffi mentre faceva ampiamente finta di andarsene e di far apparire la cosa come la più naturale dell’universo. Non sapeva perché ma intuiva che così facendo avrebbe fatto innervosire o mettere in agitazione i suoi compagni e la cosa lo divertiva assai!
- No, cioè, Rame vuole conoscerti meglio? –
Ruka aveva assunto un’espressione accigliata davvero buffa.
-Tu non vai da nessuna parte da solo con quel coso in gonnella, io non mi fido!-
Tono risoluto, sguardo torvo.
-Posso accompagnarti Yomi-chan? -
Hitsugi rotolò giù dalla sedia e un enorme gocciolone sembrò materializzarsi sulla sua testa. La voce del batterista aveva radicalmente cambiato tono rispetto ad un secondo prima, e il suo sguardo supplicava l’altro di rispondergli che poteva andare con lui.
- Ma non lo so Ruka-kun……Rame ha invitato me…non so se sia il caso…infondo non ha parlato di invitare altre persone…-
Trattenere diaboliche risate stava diventando estremamente difficile per il piccolo vocalist. La sua mini vendetta verso quei fancazzisti con la patente stava andando alla grande!
- Ma quindi siete solo voi due? –
Questa era la volta del chitarrista. Il volto abbastanza preoccupato. Al contrario dell’altro l’idea di unirsi ad una bella cena di gruppo(o meglio di 2 gruppi) gli faceva sentire le farfalle nello stomaco.
-Bè si almeno è quello che mi pare di aver capito dalle parole di Rame-tan….-
-La devi piantare di chiamarlo Rame-tan capito? –
Ruka si avvicinò con un balzo al cantante afferrandolo da dietro con entrambe le braccia all’altezza della pancia.
- YAMETE! YAMETEYò! Se non mi lasci subito ti chiudo nella sala prove e butto la chiave nel cesso del ristorante dove cenerò da solo con Rame-tan!-
-Allora posso venire!!!! Che bello NYAPPY! –
La stretta minacciosa del batterista si era trasformata nel giro di un secondo in un abbraccio affettuoso. Affondò il viso nell’incavo del collo del suo cantante che a quel punto riuscì agilmente a divincolarsi e sfuggire alla presa.
- Soreja ikimashò né! Che altrimenti facciamo tardi -
Questa volta infilò davvero la porta trascinandosi dietro un Ruka gongolante, tenendolo gentilmente per la mano…al contrario delle sue solite maniere da scaricatore di porto in erba. Anche Ni-ya ne approfittò per abbandonare la sala prove e tornarsene a casa a riposare un po’: un’altra settimana di quelle e anche lui avrebbe rischiato l’esaurimento. Una serata a casa in santa pace era proprio quello che ci voleva. Tanto poi qualunque cosa si sarebbero detti quei 3 a cena lo sarebbe comunque venuto a sapere con calma, agitarsi adesso sarebbe stato piuttosto inutile.
- Oh Kami-sama! Ruka quando ci si mette è così lol! –
Hitsugi sembrava essersi ripreso solo adesso e l’espressione pensierosa e seria sul volto del compagno rimasto gli fecero emettere un grosso sospiro e rivolgere gli occhi al cielo.
-Ti ha fatto prendere un bello spavento Saki-kun, né?-
Magari sdrammatizzando sarebbe riuscito a far capire a Sakito che avrebbe dovuto affrontare Jui di nuovo prima o poi. Più prima che poi a quel punto, ma conoscendolo era meglio evitare di sottolinearlo!
Non avevano più parlato di quella faccenda, tuttavia ora riusciva ad interpretare ogni comportamento diverso dal solito del suo migliore amico e anche a spiegarsi parecchie cose successe prima di sapere i dettagli: l’impegno e fatica con cui aveva suonato al Budokan ad esempio: si era stremato per dare il meglio di sé fino a ridursi ad uno straccio comatoso che non reagisce neppure davanti a un buon superalcolico e il tutto solo perché da qualche parte persa in quella folla immensa avrebbe potuto nascondersi la figura opportunamente nascosta di un certo ammiratore segreto…Anche se non ne avevano più parlato apertamente poteva capire benissimo che Sakito si sentisse tremendamente agitato da tutto ciò che li aspettava, capiva che concentrarsi sulle canzoni, sulla buona riuscita di una performance così importante in aggiunta al fatto di suonare sullo stesso palco con la persona di cui con tutta probabilità si è innamorati ( senza riuscire peraltro ancora ad ammetterlo) doveva essere una situazione piuttosto difficile da gestire.
- Senti andrà tutto bene, sarà una serata magnifica! Tutti ci osanneranno perché riusciremo a dare il meglio di noi! E poi non sarai solo su quel palco Saki-kun, non te lo scordare! -
Non riuscendo a sapere esattamente cosa dire o fare per risolvere quell’impaccio in cui si stavano mettendo tra tutti pensò bene che un bell’incoraggiamento non avrebbe certo fatto male.
- Mi è preso un colpo Hitsu-kun …però almeno se lo avessi rivisto prima del concerto…avrei potuto…non so magari sarei riuscito a liberarmi di un po’ di tensione…così arriverò a quella sera in completo esaurimento nervoso…se Yomi non mi avrà ucciso prima perché continuo a non azzeccare 2 note su 3 di ogni canzone che proviamo….-
Wow altro che incoraggiamento! Hitsugi si meravigliò di quanto poco gli bastasse per trasformare il suo timido amico in un oratore convinto. Almeno riusciva a farlo sfogare e quindi a dargli un po’ di sollievo. Si complimentò con se stesso per il bel lavoro!
- Non credo ti ucciderà sul serio…ma se continui di questo passo penso che prima o poi vorrà sicuramente delle spiegazioni e ne pretenderà di valide e chiare….cosa che credo tu preferisca evitare almeno per ora ….-
Si sedette sul divanetto di pelle nera che divideva la piccola stanza in 2 parti. Ormai era agilissimo nel capire che in momenti come quelli non c’era da avere alcuna fretta.
-Non riesco a non pensarci….sembra che il destino mi stia giocando un tiro dopo l’altro…senza pietà di me …dei miei sentimenti….non riesco a prendere in mano la chitarra senza pensare che mentre suonerò davanti a tutte quelle persone potrebbe capitarmi di incrociare di nuovo il suo sguardo…di sentire di nuovo il suo corpo vicino al mio…contro il mio….mentre con la sua voce calda da vita alle parole delle canzoni … -
*Ok lo abbiamo proprio perso* Histugi assunse un’espressione sconsolata e comprensiva allo stesso tempo. Panico da adolescenti alla prima cotta. Ecco a cosa gli toccava assistere. O kami-sama se gli avessero detto che si sarebbe trovato in quella situazione non ci avrebbe creduto. Ok vabbè, fatto sta che ora ci si stava trovando e si doveva fare qualcosa. Insomma di quel passo non sarebbero andati da nessuna parte e infondo anche se il suo migliore amico era innamorato di un altro ragazzo non era sta tragedia greca in 10 atti come la si stava facendo apparire; alla fine della fiera se ne sarebbe dovuto rendere un attimo conto e compiere i dovuti passi possibilmente senza trascinare nell’abisso con sé il gruppo e la restante davvero esigua sanità mentale dei suoi membri! Si sorprese di quel fare risoluto! Ma d’altra parte è già difficile tirare avanti affrontando problemi seri e preoccupandosi di questioni davvero spinose senza bisogno di perdersi in un bicchier d’acqua come stavano agilmente facendo loro da decisamente troppo tempo ormai! Era il momento di mettere le carte in tavola! Essere franchi! Altro che silenzio comprensivo! Basta! Fine dei giochi! Owari! The end! Game over!
- Ok Saki-kun le cose però stanno così: dovrai suonare sullo stesso palco di Jui e non “magari” ma “sicuramente” ti capiterà di incrociare lo sguardo con lui e di strusciare il tuo corpo contro al suo….per non parlare di possibili fanservice…noi non siamo quel tipo di gruppo ma sai da quelli io me lo aspetterei anche…-
Sakito sgranò gli occhi cadendo seduto sulla sedia che si trovava per fortuna esattamente dietro a dove era rimasto in piedi per tutto il tempo sino a quel momento. * f-a-n-s-e-r-v-i-c-e* 10 semplici lettere sufficienti a mandare in fumo quel poco di lucidità che gli era rimasta…sempre che ve ne fosse rimasta davvero un po’. Il numero 10 decisamente lo perseguitava.
Hitsugi si rese conto quasi istantaneamente di aver detto una cazzata, ma ormai era in ballo e doveva ballare, giocare il tutto e per tutto per sbloccare quella situazione del cavolo!
- Ma si poi su tranquillo infondo non vi siete più visti da quella sera che mi hai raccontato no? Perché agitarsi tanto vedrai che non succederà niente, sarà un concerto come tanti, certo spettacolare perché noi siamo strafantastici e super bravissimi, ma tutto filerà assolutamente liscio senza scossoni o avvenimenti particolari di sorta! Sisi ne sono certo!-
Super mega sorrisone stampato sulla faccia insieme ad un’espressione da demente di chi cerca di riparare ad un casino ottenendo semplicemente il risultato di fare ancora più casino.
L’altro di fatti si rabbuiò distogliendo lo sguardo dalla figura dell’amico per tornare a fissare nuovamente il pavimento. Era vero da quella sera in cui avevano parlato sul tetto dello Shibuya 109 non si erano più visti né sentiti. Non era nemmeno certo che fosse venuto a sentirlo suonare al Budokan. Anche se aveva suonato impiegando tutto l’amore per la musica che riusciva a scovare dentro di sé nella ferma convinzione che quegli occhi marroni dolcissimi fossero fissi su di lui per tutto il tempo del concerto. Forse era stata solo una sua illusione. Che motivo avrebbe avuto l’altro di venire davvero…infondo di chitarristi bravi anche più di lui ce ne erano parecchi in Giappone…non sarebbe certo valsa la pena di affaccendarsi per venire a sentire suonare lui senza un valido motivo che andasse oltre il talento artistico…e se invece fosse venuto perché non farglielo sapere? Perché non aspettarlo dopo il live per….che so fare 2 chiacchiere, complimentarsi con lui da buon amico per il successo della performance….
- Hai decisamente ragione Hitsu-kun! Non c’è assolutamente motivo di allarmarsi o perdersi in crisi di panico assurde e del tutto fuori luogo! La mia chitarra ed io abbiamo vissuto momenti peggiori, abbiamo superato signore crisi che questa in confronto è una passeggiata sul lungo mare! Da domani sarà tutto risolto! Suonerò benissimo, come mai prima! E non penserò al fatto che pensare a Jui mi fa andare in pappa il cervello neppure per un secondo!-
Nel pronunciare quella dichiarazione di impegno era scattato in piedi come per convincere meglio l’auditorio, che per quanto gli potesse essere un attimo sfuggito era costituito dal suo fedele amico e se stesso. A Histugi venne un attimo da ridere e dovette fare appello a tutta la forza che aveva in corpo per trattenersi. Il compagno con quella frase a effetto piena di finta convinzione aveva affermato tutto e il contrario di tutto. E tra parentesi non l’avrebbe data a bere ad un cieco che se ne sarebbe sbattuto e avrebbe fatto come nulla fosse…* se se come no! Risparmiati la fatica di dire cavolate di queste proporzioni Saki-kun che non ci crede nessuno* avrebbe voluto rispondere ma secondo il detto per cui “i pazzi è meglio assecondarli” decise di dar corda al suo amico ormai mentalmente perso nel suo mondo fantastico.
-Ii desu nè Saki-kun!! Onto ni ii desu né!! E sai come si pensa di meno a qualsiasi preoccupazione? Mandando giù un bel cocktail di quelli fatti come kami-sama comanda! Anche più d’uno ma quello poi dipende da come va la serata! Andiamo a farci un bel giro in qualche locale! Ci pensa il tuo Hitsu a te! Un po’di sano relax è quello che ci vuole ragazzo mio! -
Gli lanciò la giacca e lasciarono la sala prove per immergersi nel caos inebriante della vita notturna di Tokyo.
La notte era volata come mai prima gli era sembrato. O forse era solo che, tra un bicchiere e l’altro di qualcosa di cui a metà serata già non riesci a distinguere chiaramente il sapore, il tempo sembra non avere più un’unità di misura e gli istanti sono scanditi solo dall’euforia e dalla velocità con cui te ne esci con dichiarazioni inaspettate e oltremodo sincere, che senza l’effetto dell’alcool sarebbero molto probabilmente rimaste chiuse dentro al cuore a covare per un altro bel po’.
Hitsugi era un maestro quando si trattava di bagordi e divertimenti ma soprattutto di grandi bevute! Non aveva mai visto nessuno reggere l’alcool come lui, chissà quante belle scene spassose si sarà visto da sobrio mentre tutti intorno a lui hanno già perso la cognizione della realtà…ieri sera lui l’aveva persa piuttosto in fretta…era una delle poche cose di quella serata che ricordava chiaramente…poi il vuoto no forse….anche che non gli sembrava di essere tornato a casa sua. Spalancò gli occhi sollevandosi di scatto a sedere sul letto. Quella non era decisamente camera sua. Si guardò intorno intontito da un terribile mal di testa e quindi con un buffissimo sguardo spaesato ma indagatore.
-Ohayò Saki-kun!! -
Hitsugi fece irruzione nella stanza spalancando la porta e due secondi dopo la finestra senza che l’altro riuscisse ad articolare il minimo suono in segno di protesta .
-Ieri sera eravamo in condizioni penose! Così l’unica casa che sono riuscito a raggiungere senza farci ammazzare o arrestare è stata la mia! Si hai capito bene non ti trovi su un altro pianeta ma al sicuro nella mia umile dimora!-
Il genio aveva preceduto qualsiasi sua domanda intuendo alla perfezione dall’espressione sdubbiata di Sakito che ignorava dove si trovasse e che questo gli procurava non poca apprensione.
-Dove pensavi di essere finito?...Magari nel letto di Jui, né ?-
Si voltò ammiccando con aria complice ed un sorriso sornione di chi la sa lunga e ha decisamente superato la fase “ok facciamo finta di nulla che è sicuramente la cosa migliore”. A quel punto la cosa migliore era mettere l’amico di fronte alla realtà e farla passare per una cosa del tutto normale e positiva…se almeno fosse stato in grado di ricordarsi tutto quello che gli aveva detto la sera prima…di certo si sarebbe sentito un po’ più sollevato e a suo agio almeno con lui che lo aveva sempre compreso e sostenuto in tutti i suoi casini sin’ora.
- Che cosa ho detto?.....Ieri sera cosa non mi ricordo di aver detto?...Ti prego illuminami…. così eviterò di dirlo di nuovo se sono cose più o meno corrispondenti al vero e magari di sconvolgermi poiché stavolta sarò in grado di ascoltare quello che dico e comprenderne il senso compiuto….. oppure in caso contrario mi impegnerò per convincerti che quelle cose non le penso minimamente -
-Caspita ne fai di discorsi contorti e articolati per essere appena sveglio dopo una sbornia di quelle da ricordarsele per mesi! –
Sakito ricadde lungo e disteso tra le lenzuola. Come se comporre quella richiesta decisamente troppo articolata e contorta avesse risucchiato le ultime energie che aveva in corpo.
-Bè Saki-kun se ne dicono di cose quando uno è ubriaco! Una quantità industriale di parole perlopiù sconnesse una dall’altra…comunque se proprio ci tieni a saperlo non hai detto nulla che per me fosse una novità o qualcosa di particolarmente sconvolgente…a parte quando hai affermato che se un giorno di questi Ruka e Yomi non la piantano di coccolarsi in quel modo a tratti vomitevole senza passare ai fatti concreti saresti stato costretto a rinchiuderli in una stanza da soli finché non si fossero saltati addosso a vicenda! Si ecco lì mi hai un po’ inquietato ma a parte questo breve episodio stai tranquillo tutto ok! Tutto assolutamente nella norma! Solo tu che non la smetti più di parlare di Jui e che alla fine concludi affermando che quei completini decisamente succinti che indossa sempre come costumi di scena sono un insulto al controllo delle tue azioni! -
Qualunque medico poco esperto avrebbe potuto fermarsi adesso accanto a quel letto e dichiarare in tutta tranquillità l’ora del decesso del povero Sakito. Il suo corpo giaceva sprofondato tra le lenzuola, gli occhi che non volevano saperne di aprirsi mai più e ogni singolo muscolo in totale immobilità.
-Ok è evidente che…-
No! Hitsugi decise lì su due piedi che non gli avrebbe concesso il tempo di replicare o smentire in alcun modo. Era fuori discussione.
-Si hai del tutto ragione è proprio evidente che io me la ricordo bene la serata e che insomma mi pare del tutto inutile continuare a prenderci in giro con ulteriori giri di parole Saki-kun…-
Si impose un contegno semiserio e si appollaiò al fondo del letto assumendo di nuovo quell’espressione dolce e tranquilla.
-… almeno con il tuo migliore amico puoi sentirti libero di esternare tutto te stesso…tranquillo, non c’è bisogno di continuare a combattere, a sprecare e sottrarre preziose energie contro qualcosa che non puoi sconfiggere….perché non lo controlli, perché non è un nemico, …è vero ti ha investito e ti ha shockato…ti ha colto di sorpresa e non hai saputo come affrontarlo ma ….basta rendersi conto che accettando la realtà e guardando avanti si può trovare per tutto una soluzione…daijoubu da Saki kun né??!! –
Si era avvicinato di più all’amico, a sussurrargli gentilmente quelle ultime parole mentre gli scostava dal viso ciuffi ribelli di capelli neri.
- Gli altri ci aspettano in sala prove per mezzogiorno. Yomi ha dichiarato che sei un chitarrista senza futuro se non ci presentiamo entro quell’ora giacché, nel caso, non ci sarà angolo di Tokyo dove potrai nasconderti e non ci sarà nulla che potrà impedirgli di romperti tutte le ossa e ricomportele e rompertele di nuovo….ambasciator non porta pena io riferisco e basta -
Alzò le mani in segno di arresa mentre usciva dalla stanza ridacchiando.
-Guarda che io voglio suonarci al Tokyo Dome e sulla serietà di certe affermazioni di Yomi non c’è da scherzarci né Saki- kun!! Quindi sbrigati che sono già le 11 e mezza passate.-
Le parole gli uscivano miste a risate. Si sentiva felice. Non sapeva di preciso il motivo. Si era svegliato con il sentore che sarebbe stata una bella giornata e adesso sentiva ancora più forte quella sensazione. Non vedeva l’ora di raggiungere gli altri alla sala prove magari avevano da dire qualcosa di bello.
Fecero il loro ingresso nella sala prove. Mezzogiorno meno 5 minuti esatti.
- Aaah bene! I nostri 2 chitarristi ubriaconi che si degnano di farci l’onore della loro presenza alle prove del gruppo!-
Yomi dominava la stanza dall’alto del tavolino di plastica nera e viola su cui era salito per darsi meglio un aria da grande capo. Tuttavia i piedini nudi che spuntavano dal fondo dei jeans di 2 taglie più larghi della sua e il piccolo dito cicciotello che puntava verso di loro rendevano ampiamente vano qualsiasi suo tentativo in tal senso. Poteva metterci tutto l’impegno che voleva, sarebbe comunque rimasto il folletto perverso e puccioso del gruppo che nessuno prende sul serio e soprattutto che non si da mai pace fregandosene del fatto che nessuno lo avrebbe mai preso sul serio!XD
- Sa Yomi-chan allora come è andata la cena con Rame??? –
Hitsugi era ansiosissimo di sapere i dettagli della serata. Sakito un po’ meno ma sembrava non ci fosse verso di contenere la sete di gossip dell’amico quella mattina. Quindi si sistemò tranquillamente in un angolo cominciando a scaldare le dita con qualche accordo a basso volume per non disturbare lo spillaccherare degli altri. *E meno male che dovevano provare con impegno e serietà a mezzogiorno in punto sennò stridore di denti e frantumarsi di ossa! Ma si mai prendere sul serio le minacce di Yomi!! Non riuscirebbe a far male volontariamente a una mosca…*
- Aaaah abbiamo mangiato benissimo!! Totemo Oishii tabemono ga arimashita!! –
Gli occhi di Yomi parevano essere diventati a forma di cuore.
- Rame-tan ci ha portato in un posto troppo sugoi!! Dove si mangia a sproposito ed è tutto buonissimo!! Dobbiamo farci invitare a cena da lui più spesso, si si, decisamente!! –
Nell’affermare quella sacrosanta necessità assunse solo per un brevissimo istante un cipiglio del tutto serio e assolutamente convinto. A quel punto Ruka prese insolitamente la parola spodestando l’altro dal suo personale palco di plastica.
- Yomi-chan a messo su chili sufficienti per tutto l’inverno ieri sera e a meno che a voi non interessino esclusivamente i dettagli delle varie pietanze che abbiamo gustato dovrete prestare attenzione a qualcun’altro perché da lui non riuscirete ad ottenere alcunché di alternativo.–
Era riuscito a sedersi su una poltrona accanto al divano costringendo il piccolo vocalist a sistemarsi sulle sue gambe. Se c’era una cosa che ispirava la loquacità del batterista solitamente piuttosto silenzioso era tenere il più possibile vicino a sé la sua bambolina per poterla torturare teneramente tutto il tempo. A dire il vero che avesse o meno qualcosa da dire, coccolare Yomi era decisamente il suo sport preferito e a Hitsugi venne non poco da ridere ripensando a Sakito che minacciava di rinchiuderli in una stanza per costringerli al fattaccio se avesse dovuto assistere ancora una volta ad una di quelle “a tratti vomitevoli” scene tra i due compagni. Tuttavia non ci fu pericolo che tale ipotesi si verificasse in quel momento: quello che Ruka aveva da dire sarebbe bastato a catalizzare l’attenzione del loro leader per notevole tempo avvenire.
-Pensate un po’: Rame-tan ci ha tranquillamente rivelato una cosa che ci ha lasciati un filino di stucco e perplessi…in sostanza pare che tutto l’ambaradan del Tokyo Dome con annessi casini discografici e menate varie non sia stato un parto della Undercode ma bensì di Jui …-
- NAN DESU KA??????-
Sakito eruttò quella domanda facendo voltare nella sua direzione tutti i presenti che sino a quel momento ben avrebbero perfino potuto dimenticarsi della sua presenza nella stanza.
- Ruka! Cos… puoi ripetere ? Ed essere più preciso?-
Era bianco come un cencio. La chitarra caduta a terra e scavalcata senza alcuna attenzione per posizionarsi sul divano dal lato accanto alla poltrona. Ni-ya dovette alzarsi per non rimanere schiacciato dal suo peso mentre affondava nel divano, con la parte superiore del corpo in avanti per udire meglio quello che il batterista aveva ancora da dire.
- Hem…si certo Sakito…bè dunque non c’è molto da dire…Rame pensava che lo sapessimo già ma quando ha capito che ignoravamo del tutto la faccenda credo si sia accorto di essersi lasciato sfuggire qualcosa che forse avrebbe dovuto tenere per sé…-
- Fatto sta che ormai aveva gettato il sasso e come certo saprete non si può gettare il sasso e ritirare la mano! Decisamente non si fa, è cattiva educazione.–
Yomi ridacchiava allegramente nel pronunciare quella frase in senso ironico.
-Allora non stavi catalogando esclusivamente le informazioni riguardo ai cibi prelibati che ti infilavi in bocca senza sosta, il tuo cervello è perfino riuscito a processare informazioni di altro tipo Yomi-chan!-
O Kami-sama histugi sentì un brivido correre lungo a schiena; se quei due avessero continuato quello scambio di battute su quella linea di lì a poco avrebbero potuto assistere alla scena in cui Sakito esplodeva come una pentola a pressione! Ne era certo. Doveva scongiurare la strage.
- Si ma ok torniamo al punto!! Che diamine vi ha detto poi??? Metteteci al corrente porca di una miseria !! –
- Eetoo…si dicevo che ormai aveva gettato il sasso quindi a quel punto volevamo chiaramente sapere cosa ci incastrasse Jui nell’organizzazione di tutto sto casino….quindi riassumendo….-
-Nessuno ti ha detto di riassumere Ruka-kun!!-
Sakito non riuscì a trattenersi. Chi se ne importava degli altri, di scoprirsi, di quello che avrebbero potuto pensare o dire e anche dei suoi buoni propositi di poco prima. Al solo sentir pronunciare quel nome il cervello gli era andato per i fatti suoi, figurarsi all’udire che forse era stato proprio Jui a mettere in piedi quell’evento. Che diamine fino a un momento prima era praticamente riuscito a convincersi che neppure fosse venuto al Budokan a vederlo esibirsi, che neppure si ricordasse della loro chiacchierata sul tetto dello shibuya 109 …* ok Sakito riaccendi il cervello! Puoi farcela! Per una manciata di secondi, solo per un'altra minuscola insignificante manciata di secondi, giusto il tempo di recepire la fine del racconto di Ruka. Dopo almeno potrai dire di avere un valido motivo per andare in pappa oppure potrebbe non essercene alcuno e quindi potresti evitarti una pappa celebrale del tutto inutile*
-I dettagli non sono molti come ho gia detto quando si è accorto della gaffe Rame a cercato di correggere il tiro e ha spiegato solo che Jui era stato impressionato molto positivamente dalla nostra esibizione al Budokan e che quella sera stessa aveva parlato con loro e proposto la cosa del Tokyo Dome come una possibilità interessante per il gruppo e che attraverso la sua grande amicizia con Kisaki e i capoccia alla Undercode non sarebbe stato poi così difficile riuscire a mettere in piedi il tutto anche in poco tempo…..questo è tutto quello che ha scucito riempiendoci di sorrisi e espressioni gentili deviando il discorso appena possibile su quanto fosse ansioso di suonare con noi e minchiate di questo genere…non che non fosse sinceramente emozionato ma…-
-Ma insomma cercava di distrarci con tutte le sue capacità lolitose da bambolina falsa e cortese! Sicuramente le cose sono andate in modo molto più colorito di così e di certo i dettagli interessanti è riuscito abilmente a nasconderceli! Mi piace quel ragazzo: commette un fallo e riesce abilmente a uscirne in piedi e sulle scarpe lolitose per giunta!-
Yomi era un fenomeno, riusciva a criticare e lodare una persona nel giro di una stessa frase con una maestria davvero invidiabile! Da lasciarti del tutto spiazzato, senza parole, senza sapere se concordare o meno. Hitsugi era quasi più divertito dal fatto che quei due si completavano le frasi a vicenda che preoccupato per l’effetto di quella abbastanza sorprendente rivelazione sull’animo sensibile del moro chitarrista. Per cui pensò bene di uscirsene con la seconda frase meno opportuna della giornata dopo quella del fanservice.
-Comunque lo dicevo io che c’era quel vecchio volpone dietro a tutto sto casino!-
Già da un po’ difatti avrebbe scommesso la sua preziosa collezione di peluche che quell’occasione non era piovuta sulle loro teste dal cielo * geniale! Semplicemente geniale mi meraviglio del mio sesto senso!! Complimentoni Hitsu*
-Vecchio volp…TU COSA????-
Sakitò si limitò a voltare la faccia verso il punto di provenienza di quelle parole senza mutare di una virgola l’espressione attonita totalmente da ebete che aveva stampata in faccia dall’inizio di quella a suo avviso surreale discussione.
-Io?......N-Nulla!...Non avete sentito niente. Si diceva Ruka kun? -
Pessimo tentativo decisamente fallito di distogliere l’attenzione dalla sua ultima frase che si domandava adesso come diavolo gli fosse uscita.
Sakito non ci pensò neppure di lasciargliela passare liscia e continuò più sconvolto di prima
-Cioè da quanto eri arrivato a tale conclusione, signor veggente?-
Gli altri assistevano in religioso silenzio al principio di lite tra i 2 compagni. Ruka e Yomi pensando di aver decisamente combinato un guaio ma in fin dei conti trovando la cosa divertente essendo decisamente all’oscuro dei possibili motivi all’origine. Ni-ya essendo decisamente estraneo a praticamente tutta la faccenda poiché del tutto incapace di fare 2+2 perfino nelle situazioni più semplici e chiare.
-Ma nulla Saki-kun…era solo un’ipotesi, un’intuizione senza importanza che mi ha attraversato il cervello per un istante…ma sai quante intuizioni mi passano per la testa in una giornata?…Non riesco a star dietro a tutto..il mio neurone ha dei limiti e così mi dimentico magari di rendere partecipi le persone…gomen né Saki-kun?....-
Il rumore delle sue unghie sull’enorme specchio virtuale su cui stava disperatamente cercando di arrampicarsi si sarebbe potuto definire tranquillamente assordante. Il moro non si sarebbe bevuto quella stronzata neppure sotto tortura. E non era minimamente intenzionato a farsi prendere in giro da quello che fino a un attimo prima considerava il suo migliore amico.
- ….Intuizione senza importanza? …Solo pochi minuti fa TU cercavi di convincermi che QUELLO neanche si ricordava di avermi incontrato lungo quella strada! Che per lui quel giorno marchiato a fuoco dentro di me, il cui ricordo non mi ha dato tregua un solo minuto per tutto questo tempo, non sia significato niente…tu mi hai mentito…mi hai preso in giro brutto bastardo che sei!-
Di nuovo l’impeto delle emozioni che gli attraversavano la mente lo facevano straparlare. Hitsugi lo sapeva; conosceva la vera natura gentile e timida del suo compagno. Come sapeva anche che se gli aveva nascosto quel suo presentimento era stato solo per non turbare ulteriormente la già precaria situazione emotiva che stava vivendo, per risparmiargli una ulteriore agitazione magari inutile, che magari si sarebbe rivelata solo una dolorosa illusione.
- Saki-kun non dire cazzate! La verità è che ti senti giustificato a parlare così solo perché hai appena avuto la conferma che la mia fino a poco fa solo supposizione o presentimento o possibilità è difatto corrispondente a realtà. Ma…ti prego calmati e rifletti un attimo…pensa a come ti sentiresti adesso se ti avessi dato il pretesto per illuderti sin‘ora che ci fosse stato lui dietro a tutto e invece ti fosse stato rivelato che non era così, che l’idea di organizzare un evento di tali proporzioni solo per condividere con te lo stesso palco non avesse neppure mai minimamente sfiorato la sua mente…-
Silenzio. L’altro non riusciva a trovare le parole per ribattere. Tutte le sue facoltà celebrali erano concentrate sull’ultima parte di quel discorso. Rovesciando la prospettiva con cui Hitsugi lo aveva formulato, alla fine della fiera Jui aveva davvero assistito alla loro esibizione al Budokan e quella sera stessa aveva concepito l’idea della loro esibizione insieme….*Jui aveva davvero smosso mari e monti per trovarsi con lui sullo steso palco….* Nonostante sentisse di desiderare che ciò fosse vero con tutte le sue forze, non riusciva a capacitarsi che le cose fossero potute andare realmente così.
-Hai ragione… come sempre Hitsu-kun…scusami se ti ho aggredito in quel modo…non riesco decisamente a rispondere molto bene delle mie emozioni e reazioni ultimamente…-
Quella dichiarazione di scuse non era rivolta solo a Hitsugi ma a tutti i compagni a cui rivolse uno sguardo basso e umile implorando silenziosamente che fossero capaci di perdonarlo e soprattutto che riuscissero a trattenersi dal lanciarsi in milioni di domande o simili. Voleva del tempo per poter metabolizzare quella rivelazione a dir poco sconvolgente che in pochi secondi aveva mandato a stendere tutti i suoi buoni propositi riuscendo ad azzerare del tutto quel poco di tranquillità che gli sembrava di aver riguadagnato. Il fatto che si fossero decisamente persi qualcosa e anche qualcosa di non poco rilevante era a quel punto ben chiaro nella mente agile e scattante di Yomi. Tuttavia fortunatamente la sua bocca non fu sufficientemente scattante nell’esternare la prima di una lunga serie di domande che gli si erano affollate nel cervello. Hitsugi riuscì abilmente a imporsi senza lasciare ad alcuno possibilità di replica. Aveva commesso un errore e almeno questo lo doveva all’amico; risparmiargli l’interrogatorio a cui quantomeno il loro piccolo e perverso vocalist lo avrebbe decisamente sottoposto senza pietà alcuna se non gli fosse stato opportunamente impedito.
- Chi e come sia riuscito a realizzare questo evento ha poi in fin dei conti rilevanza relativa! Rimane il fatto che ormai ci siamo, mancano solo 3 giorni e dobbiamo concentrarci per riuscire a dare il meglio! Perché il palco i riflettori la musica sono la nostra vita, la strada che abbiamo scelto di percorrere senza sapere dove ci avrebbe portato!! Accettando rischi,conseguenze e imprevisti!! Abbiamo avuto il coraggio di fare il salto nel buio! Adesso abbiamo un obiettivo! E non possiamo decisamente farci spaventare proprio ora! Da nulla! Dobbiamo far sentire al pubblico del Tokyo Dome chi sono i Naito! YEAH! KAKATTE KOIIIIII Né!!!???-
Non a caso il biondo chitarrista aveva usato le stesse parole che Jui aveva rivolto a Sakito quella famosa sera; sapeva che in quel modo sarebbe riuscito a far più presa nel cuore del compagno, a infondergli almeno un po’ di quella grinta di cui avrebbe avuto tanto bisogno nei giorni a seguire.
Sugli altri aveva sortito l’effetto sperato difatti l’entusiasmo aveva già ripreso a scorrere a fiumi non appena aveva ricordato che la fatidica sera era ormai alle porte! Yomi per non risparmiarsi mai era saltato sulle spalle di Sakito nel goffo tentativo di strozzarlo affettuosamente con le sue braccine corte mentre tra tutti si ricordavano con espressioni assai colorite quanto erano fighi e come avrebbero steso il pubblico del Tokyo Dome. L’atmosfera era davvero cambiata rispetto a poco prima, rispetto ai giorni prima. Ora non c’era più spazio per ulteriori riflessioni, per i dubbi e per la razionalità. La musica nel cuore e l’adrenalina in ogni fibra del loro corpo guidavano i loro passi verso l’arena più grande del Giappone!
* Concentrarsi! Pfff bella battuta! Complimentoni per l’umorismo schiacciante Hitsu-kun!*
Le labbra di Sakito si aprirono in un largo sorriso, di quelli che non se ne vedevano più molto spesso sul suo volto ultimamente. Sarebbero stati i 3 giorni più lunghi della sua vita.

 
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